Cultura

Agrigento ricorda fratel Biagio Conte

Discorsi in punta di penna che hanno rimarcato quel che è stato e quel che ha testimoniato fratel Biagio Conte per una certa umanità non solo palermitana.

Pubblicato 2 anni fa

Dopo tanta mondanità e folclore, Agrigento ha trovato il momento di una manifestazione, diciamo così, “edificante”. Si è svolta stasera nella chiesa di San Nicola in memoria di fratel Biagio Conte, “santo laico subito”, scomparso due mesi fa. Promossa dal Cepasa vi hanno partecipato con un florilegio poetico Giuseppina Mira, Maria Assunta Maglio, Enzo Argento,, Liliana Arrigo, Etta Milioto, Mariangela Morreale, Eva Di Betta, Stella Camiglieri, Vera Di Francesco, Giovanni Licata. Salvatore Indelicato.  

Inframezzati dagli interventi di don Lillo Argento (che ha celebrato la messa) e del teologo e scrittore Enzo Di Natali, dell’avv. Giovanni Tesè, del prof. Gerlando Cilona. Discorsi in punta di penna che hanno rimarcato quel che è stato e quel che ha testimoniato fratel Biagio Conte per una certa umanità non solo palermitana.

Fuori di retorica, i relatori sono stati così discreti (in ottemperanza ai versetti del Vangelo di oggi che invitava a perdonare “settanta volte sette”) da non citare le colpe (ma è un eufemismo) di una burocrazia regionale che ha sempre elemosinato sull’operato di fratel Biagio preferendo elargire centinaia di migliaia di euro per “feste  farina e forca”  dimenticando di far politica che è “la più alta forma di carità (copyright di Paolo VI). E non pensi il lettore che le poesie si potessero rubricare come “versi di pronto soccorso”, anche in questo caso la parola poetica è stata sferzante, dolce e terribile.  

Anche per chi rifugge dalla poesia ne riportiamo per cronaca  alcuni versi: “E sempre un sorriso aleggiava sulle labbra di misericordia e negli occhi trasparenti come pozze d’azzurro incastonate si riversava tra la terra e l’infinito la luce del santo frate”; “Hai voluto la strada maleodorante, sentire fame e dolore come un mendicante, ti sei addentrato in grigie e oscure vie dove vagano anime sul baratro”; ”Carne e sangue si fa l’ossuta mano tua, incorporea già, ma imperitura”; “I tuoi sandali camminano ancora ai piedi di chi come te crede che il male e l’ingiustizia non siano l’ultima parola”; “C’è chi vive sotto un ponte e chi lascia vivere sotto un ponte ma tu, fratel Biagio, hai dato un tetto d’amore….”; “Tu povero tra i poveri, san Francesco del nostro millennio, oggi sei con l’Assoluto Amore”; “….nel tuo sonno di giusto adesso rimane un abbraccio a ricordarci che sempre sarai tra  noi…”.

Foto di Diego Romeo

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