Cultura

Fantastico il coro giapponese che canta “Va pensiero” nel Teatro Pirandello

Accompagnati dal pianista e concertatore Davide Dellisanti si è esibito un folto gruppo di artisti provenienti dal Giappone, Cina, Romania e Italia

Pubblicato 6 mesi fa

Ci sono voluti 81 anni a Vittorio Terranova per farci conoscere il suo talento di tenore entrando però da “direttore-didatta” in quel teatro Pirandello che oggi può apprezzarlo per avere organizzato questo Galà concerto del 22 ottobre. Più che un giovane cervello siculo è il caso di dire che Terranova è stato una “ugola” fuggita da una terra matrigna. Oggi il presentatore dello spettacolo, Gaspare Frumento, ha accennato senza strafare al curricolo del maestro Terranova e bisogna andarsi a leggere il comunicato stampa inviato alle redazioni per approfondire una carriera iniziata con “I puritani” per poi attraversare i maggiori teatri europei (Scala compresa) fino alla creazione dell’”Accademia di arte lirica” da lui creata insieme alla soprano Eriko Sumiyoshi e che ha mostrato i suoi allievi nell’ambito della 19esima stagione lirico-concertistica.

Accompagnati dal pianista e concertatore Davide Dellisanti si è esibito un folto gruppo di artisti provenienti dal Giappone, Cina, Romania e Italia con arie, cabalette, cavatine alcune molto note come da Tosca, Bohème, Trovatore, per chiudere con il gran finale della Traviata (brindiam…). Autentiche chicche una canzone giapponese piena di quella grazia musicale propria del Sol Levante e il coro del Nabucco eseguito dal “Coro Japan in Sicily 2023”. Dopo un inizio difficile per via di passaggi musicali poco noti al grande pubblico, il concerto ha dato il meglio di se con brani molto noti ottenendo applausi a scena aperta anche se talvolta intempestivi e poco osservanti della “pausa” dove di solito si coglie “l’armonia”. Colpa anche della poca frequentazione lirica cui certa governance incolta ha costretto l’inclito pubblico. Per la Fondazione Teatro Pirandello si è ancora in tempo a inserire nel cartellone teatrale un’opera lirica che nell’anno del centenario pucciniano, offrirebbe maggiore senso alla impostazione culturale impressa dal presidente Patti e dal suo CdA. Per esempio sostituendo l’operina “Oggi sposi…sentite condoglianze” di Pino e Claudio Insegno finora senza una data utile nel cartellone  teatrale. Sicuramente sarebbe felice la Premier Meloni di cui i fratelli Insegno, raccontano le cronache, sono buoni amici.

Foto di Diego Romeo

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