Cultura

Quando il teatro ti arriva in casa

Tra il pubblico abbiamo notato l’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il giornalista Rai Nuccio Vara, l’artista agrigentino Nicolò D’Alessandro e altre quarantasette consapevoli  animule vaganti.

Pubblicato 1 anno fa

Lui, l’artista mondial-argentino Silvio Benedetto, la chiama “Casa Celeste” ma è solo un appartamento dove ha sede il “Centro Celeste” di Gaetano Rappo cui si accede da piazza Verdi a Palermo attraverso una vecchia scalinata che conduce a un corridoio e poco più di cinque stanze. In una novantina di metri quadri  Silvio Benedetto vi ha portato il teatro in casa con il suo spettacolo “La visita” in scena alle 17 e poi alle 19 e trenta.

Cinquanta gli spettatori delle due edizioni che al tempo stesso sono diventati elemento scenografico di una performance che si arricchisce di volta in volta di situazioni sempre nuove e stimolanti. Un coinvolgimento totale che mette a dura prova recensori da “intelligence” e recensori cazzari.  In definitiva una occasione di socialità che induce tutti a un redde rationem personale, quasi un anticipo della Valle di Josafat dove i peregrinanti spettatori di stanza in stanza vengono sollecitati da informazioni sensoriali molte delle quali sono offerte nel buio più totale che mettono alla prova le fotocamere costrette a scattare immagini a 25 mila iso. Le note di regia di Silvio Benedetto e di Silvia Lotti che ne sono protagonisti (insieme a  Emanuela Davì, Gaetano Rappo, Teresa La Cognata, Sara Canale, Maria Sofia Nanfa, Giovanni Canale) non lasciano adito a incomprensioni e svicolamenti per una opera che è già stata rappresentata al “Fènelon” di Parigi, nella stanza numero 39 dell’Hotel Centrale di Palermo e nel “Festival del teatro italiano” in Normandia.

“La visita” è un’azione teatrale di volta in volta diversa, secondo le sensazioni che gli attori percepiscono nella casa “sconosciuta”. La vicenda è che voi entrate nella Casa ed è già teatro. La “vicenda” intriga e attende e attende un finale e così cattura la mente e ostacola la partecipazione emotivo-corporale…il visitatore è come colui che ha deciso di raggiungere un luogo attraversando un campo ed è già un tutt’uno col campo che sta attraversando insieme a folletti che appaiono e scompaiono e nel frattempo lui stesso sta creando la propria “vicenda”. In un itinerario tra penombre e squarci di luce si assiste a momenti recitativi onirici di un “professore (regista o terapeuta?) al suo soliloquio cercando Dio o il deambulare di Euridice. Si guarda e si è guardati. Nessun commiato. Qualcuno condurrà i visitatori fuori, sulla strada. Dinanzi al portoncino di “Casa Celeste” al numero 31 di piazza Verdi a Palermo. Poco più di cinquanta gli spettatori che hanno scelto questa full-immersion. Tra il pubblico abbiamo notato l’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il giornalista Rai Nuccio Vara, l’artista agrigentino Nicolò D’Alessandro e altre quarantasette consapevoli  animule vaganti.

Foto di Diego Romeo

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