Palermo

Sorveglianza speciale per parcheggiatore abusivo

Il costante impegno della Questura di Palermo a tutela della “sicurezza e della tranquillità pubblica” – intese come la percezione della collettività dell’ordinato e regolare andamento del vivere civile nella città, anche attraverso il libero ed incondizionato diritto di fruire di servizi essenziali quali i servizi di trasporto pubblico e le aree pertinenti ad esso specificatamente dedicate […]

Pubblicato 5 anni fa

Il costante impegno della Questura di Palermo a tutela della “sicurezza e della tranquillità pubblica” – intese come la percezione della collettività dell’ordinato e regolare andamento del vivere civile nella città, anche attraverso il libero ed incondizionato diritto di fruire di servizi essenziali quali i servizi di trasporto pubblico e le aree pertinenti ad esso specificatamente dedicate – oltre ad esprimersi nella incessante adozione di numerosi provvedimenti comunemente conosciuti come “Daspo Urbano” (emessi ai sensi del decreto sicurezza D.L. 14/2017 convertito con la L. 48/2017, modificato e integrato dal successivo D.L. 113/2018 convertito con la L. 132/2018) per contrastare il dilagante fenomeno di degrado urbano dell’esercizio illecito dell’attività di posteggiatore o guardiamacchine, si è di recente solidificato nell’avvenuta conclamazione,  da parte della competente Autorità Giudiziaria, della persistente pericolosità sociale di un noto parcheggiatore abusivo palermitano, G.S., classe 1971.

Si tratta del primo caso registrato a Palermo – e tra i primi sul territorio nazionale – in cui il Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione, accogliendo la proposta avanzata dal Questore, applica la misura della Sorveglianza Speciale della Pubblica Sicurezza, ai sensi dell’art. 6 delD.L.gs. 159/2011, nei confronti di un posteggiatore abusivo. Nel caso di specie il 48enne palermitano era già destinatario di Daspo Urbano (Divieto di Accesso a Specifiche Aree Urbane) e, proseguendo nell’attività illecita, aveva con la propria condotta ripetutamente violato la diffida impostagli dall’Autorità Provinciale di P.S..

G.S. è stato, pertanto, individuato quale appartenente alla categorie di persone dedite alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo la sicurezza o la pubblica tranquillità. Ribadendo il giudizio di pericolosità sociale che il Questore proponente aveva espresso nei confronti del noto posteggiatore abusivo di zone centrali della città di Palermo, infatti, nel Decreto del Giudice si sottolinea che “viola la pubblica tranquillità (ed il senso di sicurezza del cittadino) la condotta (peraltro penalmente sanzionata) di chi sistematicamente usurpi prerogative dello Stato (ad esempio nella regolamentazione  della sosta sulla pubblica via), condizionando la condotta degli utenti (destinatari (…) di una serie abituale di pressioni o (…) di una specifica violenza, tali da ingenerare un fondato timore di un danno e, funzionali a costringere la parte offesa a fare, tollerare, omettere qualcosa) con forme di molesto, minaccioso e violento controllo di aree caratterizzate da flussi veicolari intensi.”

L’Autorità Giudiziaria ha quindi disposto l’applicazione del regime restrittivo della libertà personale sottoponendo G.S. per la durata di un anno alla Sorveglianza Speciale di P.S., prescrivendogli, tra l’altro, di non allontanarsi dalla dimora senza preavviso dell’Autorità di P.S., di non associarsi con persone che hanno subito condanne e che sono sottoposte a misure di prevenzione o di sicurezza, di rincasare presso la propria dimora dalle ore 20,30 e permanervi sino alle ore 7,00 del mattino, di darsi alla ricerca di un lavoro entro 30 giorni dalla comunicazione del provvedimento; inoltre, in ossequio alle recenti introduzioni legislative in materia di sicurezza pubblica,  al medesimo destinatario della misura preventiva è stato imposto il Divieto di Accedere agli esercizi pubblici e ai locali di pubblico intrattenimento nelle ore serali e notturne, nonché il Divieto di Esercitare, senza autorizzazione, l’attività di posteggiatore e guardiamacchine in aree pubbliche o aperte al pubblico.

Lo Stato, per il tramite delle sue Istituzioni,  si riappropria, con tutti gli strumenti legislativi disponibili, di porzioni del territorio urbano che la concentrazione di attività abusivamente esercitate attraverso varie “forme di condizionamento”, esplicitate anche mediante la costante presenza sui luoghi “presidiati”, vorrebbe invece assoggettate alle regole dell’illegalità.  

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