Agrigento

Agrigento, alla biblioteca “La Rocca” convegno sulla terra dei fuochi

Ad Agrigento, presso la Biblioteca comunale “Franco La Rocca” ad iniziativa della Associazione Nazionale Polizia di Stato (ANPS) – Sezione di Monreale A.N.P.S. , ha avuto luogo un convegno dal tema “Terre di fuochi o di cuori?” – Ricordo del poliziotto Roberto Mancini, vittima del dovere. All’iniziativa, presente anche una delegazione dell’ANPS –Sezione di Agrigento […]

Pubblicato 5 anni fa

Ad Agrigento, presso la Biblioteca comunale “Franco La Rocca” ad iniziativa della Associazione Nazionale Polizia di Stato (ANPS) – Sezione di Monreale A.N.P.S. , ha avuto luogo un convegno dal tema “Terre di fuochi o di cuori?” – Ricordo del poliziotto Roberto Mancini, vittima del dovere.

All’iniziativa, presente anche una delegazione dell’ANPS –Sezione di Agrigento guidata dal Presidente Bruccoleri è intervenuta la moglie del citato poliziotto, Monika, alla quale è stata consegnata una targa, da parte del Questore Maurizio Auriemma. Il Sostituto Commissario della Polizia di Stato Roberto Mancini, medaglia d’oro al valor civile alla memoria, è deceduto nell’aprile del 2014 a seguito di una lunga malattia contratta durante le indagini e i frequenti sopralluoghi nei terreni nei quali erano stati sepolti rifiuti tossici o radioattivi. È stato il primo poliziotto che con la sua squadra ha indagato sullo sversamento illegale di rifiuti speciali e tossici nei territori della Campania, che verranno poi indicati come terra dei fuochi, e sulle attività della camorra collegate. Terminati gli studi si arruola nella Polizia di Stato nel 1980. La sua più importante attività è legata ad indagini sulla camorra e traffico di rifiuti. A partire dal 1994, insieme alla sua squadra, comincia a svolgere delicate indagini sul clan dei Casalesi, fino a produrre una preziosa informativa che nel 1996 consegna alla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. L’indagine vede coinvolti nello smaltimento illecito di rifiuti pericolosi nelle discariche abusive tra Caserta e Napoli, rilevanti esponenti del clan dei casalesi. Tra il 1998 e il 2001 Mancini collabora con la Commissione rifiuti della Camera, svolgendo numerose missioni in Italia e all’estero. Il contatto ravvicinato con rifiuti tossici e radioattivi durante la sua attività investigativa lo porta a contrarre un grave malattia che gli viene diagnosticata nel 2002. Morirà il 30 aprile 2014, lasciando la moglie e una figlia.

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