Economia

Casinò in Sicilia: utopia o realtà?

In Sicilia si gioca d’azzardo. L’isola detiene un primato di tutto rilievo per quanto riguarda il numero di giocatori da remoto. Confrontati con quelli delle altre regioni d’Italia, i dati della Sicilia parlano chiaro.

Pubblicato 3 anni fa

Sempre più siciliani trovano un’opportunità di svago e divertimento nel gioco online. Se gli abitanti dell’isola più vasta d’Italia amano roulette, poker e slot machine, perché non pensare di aprire una struttura fisica legata al gioco d’azzardo?

In Sicilia si gioca d’azzardo. Se in Italia, da un lato, il business legato ai tavoli verdi è sempre più redditizio, dall’altro lato l’isola detiene un primato di tutto rilievo per quanto riguarda il numero di giocatori da remoto. Confrontati con quelli delle altre regioni d’Italia, i dati della Sicilia parlano chiaro. Da un recente resoconto sul gambling nel nostro Paese è emerso che, con riferimento al 2019, i siciliani occupano la terza posizione della classifica in cui si conta la quantità di accessi ai casinò online. Subito dopo la Campania e la Lombardia viene quindi la Sicilia, con l’11% dei gambler a livello nazionale.

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In Sicilia cresce il business dell’azzardo, trainato dal gioco online.

La fortuna del gioco d’azzardo online in Sicilia

Nella regione più grande d’Italia, come nel resto del Paese, la concorrenza del gioco online comincia davvero a farsi sentire. In un settore in cui si respira competizione non soltanto ai tavoli, decine di siti offrono una gamma di giochi da casinò sempre più completa fornendo all’utente una performance molto alta sotto tanti punti di vista, dall’esperienza di gioco alla sicurezza, garantita dagli avanzati strumenti di crittografia utilizzati ormai dalla stragrande maggioranza degli operatori online autorizzati.

Complice il lockdown, le piattaforme web hanno registrato un considerevole aumento di traffico. Anche in Sicilia, il gioco online è divenuto uno dei passatempi principali durante i mesi di quarantena forzata. Ma c’è un altro fattore che occupa un ruolo chiave nel determinare la fortuna degli operatori del settore sull’isola. Per i siciliani è piuttosto complesso raggiungere un casinò terrestre senza espatriare, dal momento che tutte le sale fisiche sono ubicate soltanto nel Nord Italia. È lecito allora chiedersi se, con un così vasto bacino d’utenza e di appassionati, non possa avere senso pensare all’apertura di un casinò fisico anche al Sud, e perché no, proprio in Sicilia.

Casinò terrestri: un’opportunità economica per la Sicilia

Prima di guardare al futuro, è però sempre opportuno dare un’occhiata al passato. Nello specifico, alla metà degli anni Sessanta. Quelli del boom economico, della spensieratezza e della “dolce vita”. Correva l’anno 1963, quando Taormina per un breve periodo divenne una meta esclusiva per i divi hollywoodiani attratti dal lusso, dall’esclusività e dalle serate mondane del casinò di Villa Mon Repos. La favola del primo e unico casinò siciliano ebbe però vita breve, chiuso nel giro di pochi mesi per decisione dello Stato.

Villa Mon Repos è oggi un meraviglioso boutique hotel, ma c’è chi recentemente ha riportato all’attenzione il tema della riapertura della sala da gioco. È Orlando Russo, sindaco di Castelmola nonché membro del direttivo dell’Anci, a identificare nella riapertura del casinò di Taormina il possibile rilancio economico, turistico e occupazionale non solo della meravigliosa località messinese, ma anche dell’intero comparto regionale.

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Casinò

Nei pochi mesi di apertura, il casinò di Taormina è stato un esclusivo ritrovo del jet set internazionale.

Ci sono tuttavia diverse altre città e destinazioni turistiche siciliane che ambiscono a candidarsi come sede di un nuovo casinò fisico. Palermo, Siracusa, Catania, Erice e Cefalù sono infatti pronte a reclamare il loro posto in paradiso. Al momento non c’è nulla di ufficiale. Tuttavia, a godere di un maggiore credito sono Palermo e la già citata Taormina, designate dall’Assemblea Regionale Siciliane come candidate formali.

Quello che manca è l’ok definitivo del Governo all’apertura di un casinò sul territorio siciliano. Sono anni che una decisione tarda ad arrivare. Da un lato, si potrebbe pensare che sia un bene, specialmente alla luce della crisi scatenata dalla pandemia di coronavirus che ha investito le case da gioco land-based. Dall’altro, invece, si potrebbe pensare che sia un’occasione sprecata, in particolare se si guarda a quanto sta accadendo nella vicina Malta.

Casinò come volano dell’economia: il caso Malta

L’Isola dei Cavalieri, a mano di due ore di traghetto dalla Sicilia, negli ultimi anni è divenuta una meta ambita dai gambler appassionati dei tavoli verdi. Reinventandosi come destinazione del gioco d’azzardo, il Paese sta conoscendo un’importante crescita economica. Si pensi che, nel 2017, i casinò locali e stranieri hanno contribuito per il 10% al Pil nazionale, versando circa 60 milioni di euro di tasse nelle casse dell’erario maltese. Questo, grazie anche a un regime fiscale particolarmente agevolato, di cui gode chi opera questo genere di business. I dati parlano di una crescita continua: al termine del primo semestre 2019, l’industria del gambling a Malta valeva il 13,6% del reddito del Paese, generando più di 7mila posti di lavoro.

Il modello maltese ha segnato il passo, dimostrando come e con quale entità il comparto del gioco possa positivamente incidere sul benessere economico dell’intera isola. Il progetto siciliano, se effettivamente realizzabile, dovrebbe in parte ispirarsi all’esempio della vicina Malta, affiancando strutture ricettive, ristoranti, servizi e attrazioni alla sala da gioco. In questo modo il casinò potrebbe diventare lo strumento tramite il quale innescare la ripartenza dell’intero comparto economico e turistico siciliano.

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