Agrigento

Commissariamento Ati, il Forum acqua e beni comuni scrive ai consiglieri comunali

Il Forum siciliano Acqua e Beni Comuni dopo il commissariamento dell’Ati ritorna sul discorso con una lettera per sollecitare l’ approvazione da parte dei Consigli Comunali dello statuto dell’Azienda speciale consortile quale gestore pubblico delle risorse idriche in provincia di Agrigento. “In provincia di Agrigento non c’è forza politica che in questi anni non abbia […]

Pubblicato 5 anni fa

Il Forum siciliano Acqua e Beni Comuni dopo il commissariamento dell’Ati ritorna sul discorso con una lettera per sollecitare l’ approvazione da parte dei Consigli Comunali dello statuto dell’Azienda speciale consortile quale gestore pubblico delle risorse idriche in provincia di Agrigento.

“In provincia di Agrigento non c’è forza politica che in questi anni non abbia fatto campagna elettorale mettendo il ritorno all’Acqua Pubblica tra i punti programmatici; nessuno oggi si schiererebbe apertamente col gestore più indagato d’Italia, né sosterrebbe legittimo continuare a fare profitto sul Bene Comune primario. I danni prodotti dalla privatizzazione del servizio idrico integrato sono ancora da quantificare in termini di disastro ambientale, sociale ed economico prodotto, di disagio che ancora subiscono i cittadini”, scrive il Forum. Il percorso verso la ripubblicizzazione dell’Acqua intrapreso dai Sindaci che compongono l’ATI, con la risoluzione del contratto di gestione prima ancora che intervenisse la magistratura ed il Prefetto con l’interdittiva antimafia e poi deliberando per la costituzione di una Azienda speciale Consortile quale futuro gestore del servizio idrico integrato, è stato un esempio positivo sotto i riflettori a livello nazionale e regionale, ma il rallentamento degli ultimi mesi è inquietante. Sono solo 20 su 35 i Comuni che hanno approvato lo Statuto dell’Azienda speciale consortile, da sempre indicata dal Forum come modello di gestione pubblica e partecipativa, e all’appello mancano la città capoluogo ed i centri più grandi. Le cronache di questi giorni raccontano di un’ATI e di Comuni che capitolano, abdicando al loro ruolo per consegnandosi al commissariamento della Regione. Ma dopo anni di malaffare e malagestione che hanno messo in ginocchio una provincia, nessun passo indietro o temporeggiamento da parte di nessun Consiglio Comunale o forza politica sarebbe a questo punto spiegabile e comprensibile per i cittadini. Il pericolo di una nuova privatizzazione così facendo resta dietro l’angolo;aggiungono, ricordiamo che il 4 marzo scorso, a seguito di notizie di stampa che scrivevano di un possibile subentro di Siciliacque alla gestione commissariale prefettizia di Girgenti Acque, il Forum chiese alla Regione di smentire di lavorare a questa ipotesi, sottolineando che il credito di Siciliacque nei confronti di Girgenti Acque dovesse essere vantato nelle sedi deputate nei confronti di chi lo ha contratto e non gravare sul futuro gestore interamente pubblico deliberato dall’ATI. Nello stesso comunicato il Forum chiedeva ai Consigli Comunali di giungere rapidamente all’approvazione dello Statuto della Azienda speciale consortile, ed all’ATI di accelerare sull’aggiornamento del Piano d’Ambito, su cui grava un altro mistero; SOGESID, inizialmente impegnata dall’ATI per l’aggiornamento, pare non abbia più dato risposta, costringendo l’ATI a cercare una nuova soluzione. Non c’è più tempo, si riprenda da subito un percorso unitario verso la soluzione già condivisa.
Chiediamo a tutti i Consiglieri Comunali di Agrigento, Camastra, Comitini, Casteltermini, Favara, Lampedusa e Linosa, Monteallegro, Porto Empedocle, Sant’Angelo Muxaro, Santa Elisabetta, San Giovanni Gemini, San Biagio Platani, Ravanusa e Sciacca di approvare quanto prima lo statuto dell’Azienda speciale consortile ed a tutte le forze politiche, sindacali, associative ed alle cittadine e cittadini di vigilare e sollecitare i Consigli Comunali a non declinare una responsabilità che devono assumere trasversalmente, come trasversale è stata l’indicazione politica della maggioranza assoluta degli italiani. L’Acqua non ha colore politico, non è una merce da vendere, comprare o barattare, non può essere ostaggio di ragionamenti opportunistici, di turni elettorali, di temporeggiamenti gattopardeschi che rischiano di lasciare spazio a nuove privatizzazioni. Il processo di LIBERAZIONE dal privato e dalla possibilità di continuare a fare profitto sul Bene Comune primario è soprattutto un processo di liberazione dal malaffare e di riscatto di un’intera comunità che si è battuta per anni per l’Acqua Pubblica.

1 commenti
Un pensiero su "Commissariamento Ati, il Forum acqua e beni comuni scrive ai consiglieri comunali"
  1. Pino ha detto:

    Mi rifaccio a quanto detto da un mio amico che condivido in tutto e per tutto.
    Questa è un’altra tipica vicenda pirandelliana e considerato dove ci troviamo non poteva essere altrimenti, ma vediamo cosa c’è di “anomalo” in questa vicenda:
    1. Camastra gestisce molto bene il servizio di distribuzione idrica;
    2. Il costo è accettabile e congruo con il reddito medio pro capite;
    3. La manutenzione effettuata dagli operai del comune e molto efficiente e la stessa è compresa nel costo annuale;
    4. Nel costo è compresa anche la depurazione e il comune è dotato di un depuratore perfettamente funzionante ed a norma, uno dei pochi in Sicilia;
    5. C’è stato un referendum dove gli italiani hanno espresso, con percentuali bulgare che l’acqua è un bene pubblico ed il popolo è sovrano non è il politico di turno ma il padrone assoluto;
    6. Conosciamo le vicende ed i protagonisti di chi ha gestito, come privato, l’acqua ed abbiamo capito, viste le sentenze e come considera anche questo articolo di Grandangolo, gruppo di malaffare ed il tutto confermato dal prefetto Dario Caputo che ha dimostrato tutto con le indagini svolte dalla DIA in venti anni e dalla sentenza del TAR conseguente al ricorso della Girgenti Acque;
    7. I costi che Girgenti Acque ha fatto pagare ai cittadini sono insostenibili ed inspiegabilmente esagerati ed i comuni dove sono presenti sono costantemente in rivolta;
    8. I servizi di manutenzione sono molto discutibili ed a carico degli utenti
    9. L’erogazione non è giornaliera come a Camastra.

    Avendo premesso quanto sopra voglio o meglio, vogliamo capire perché i Cittadini Camastresi dovrebbero accettare “contratti capestro” che li andrebbero a penalizzare enormemente sia dal punto di vista della qualità dell’acqua e dei servizi, sia dal punto di vista dei costi che si dovrebbero sostenere, sarebbe da idioti accettare un cambiamento e se qualcuno pensa che i Camastresi sono disposti ad accettare il cambiamento di un servizio che è da considerare un’eccellenza nella provincia di Agrigento e della Sicilia si sbaglia di grosso e non devono portare a reagire un Popolo che è molto mite, ripeto, molto mite ma non fesso.
    Concludo dicendo che si cambia quello che non funziona non un servizio che è un fiore all’occhiello del Comune di Camastra.

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