Condannato per scafismo, riceve la grazia dal Presidente Mattarella
Il calciatore libico condannato a 30anni insieme ad altri quattro compagni perché ritenuto membro dell'equipaggio del barcone su cui nel 2015 sono morti 49 migranti a largo di Lampedusa
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato – ai sensi di quanto previsto dall’art. 87 comma 11 della Costituzione – cinque decreti di grazia, in ordine ai quali il Ministro della Giustizia a conclusione della prescritta istruttoria ha formulato avviso favorevole.
Tra i nomi Abdelkarim Alla F. Hamad, gia’ calciatore della Serie A libica giunto in Italia su un barcone, condannato alla pena complessiva di trenta anni di reclusione per delitti di concorso in omicidio plurimo e violazione delle norme sull’immigrazione, per fatti avvenuti nel 2015. Nato in Libia trent’anni fa, nel 2017 la giustizia italiana lo ritenne, insieme a quattro compagni, lo scafista di un barcone che, nella notte di Ferragosto di dieci anni fa, venne soccorso dalla Marina italiana al largo di Lampedusa e nella cui stiva sono stati trovati i corpi di 49 persone, morte asfissiate durante la traversata. In Libia l’uomo studiava ingegneria e, come i compagni condannati insieme a lui, era calciatore professionista. Quando, nel 2014, nel Paese deflagro’ la guerra civile tra le forze del governo internazionalmente riconosciuto di Tripoli e quello di Tobruk sostenuto dalle milizie del generale Haftar, i quattro cercarono di raggiungere l’Europa per continuare a studiare e giocare a pallone. Sbarcati a Catania insieme a piu’ di 300 superstiti dopo il soccorso della Marina, Alaa e i compagni vennero arrestati in quanto “membri dell’equipaggio” con l’accusa di favoreggiamento di ingresso illegale e omicidio plurimo. La difesa ha sempre evidenziato l’esiguo numero dei testimoni che l’hanno accusato e le condizioni di shock in cui hanno reso testimonianza. All’Ucciardone di Palermo l’ex calciatore ha imparato l’italiano, si e’ diplomato una seconda volta e ha scoperto la passione per l’arte e la scrittura grazie ai laboratori proposti ai detenuti.






