Palermo

Confiscati 300 mila euro a narcos “vicino” Cosa Nostra

Beni per 300.000 euro sono stati confiscati dalla polizia di Stato, che ha eseguito un decreto emesso dal Tribunale di Palermo, ad Alessandro Bronte, 33 anni. Passano definitivamente allo stato due immobili ubicati nel Comune di Palermo (l’intera proprieta’ di un appartamento sito in via Trappetazzo, nonche’ una quota di un altro appartamento sito in […]

Pubblicato 6 anni fa

Beni per 300.000 euro sono stati confiscati dalla polizia di Stato, che ha eseguito un decreto emesso dal Tribunale di Palermo, ad Alessandro Bronte, 33 anni. Passano definitivamente allo stato due immobili ubicati nel Comune di Palermo (l’intera proprieta’ di un appartamento sito in via Trappetazzo, nonche’ una quota di un altro appartamento sito in via Paolo Emiliano Giudici). I beni in questione erano stati sequestrati dal 10 maggio 2017 su proposta del Questore di Palermo.

Bronte, sorvegliato speciale, e’ indicato dagli inquirenti come “soggetto pericoloso, abitualmente dedito a traffici delittuosi, in particolare in materia di stupefacenti”, ed avrebbe partecipato a sodalizi mafiosi. Nel dicembre del 2015 era stato arrestato per i reati di associazione mafiosa e traffico di stupefacenti nell’ambito dell’operazione “Panta Rei”, in quanto ritenuto contiguo alla famiglia mafiosa di Palermo Porta Nuova, per conto della quale gestiva la rete di vendita, il procacciamento della clientela e la diretta importazione di sostanze stupefacenti dalla Campania. Fatti per i quali, nel settembre del 2017 il Tribunale di Palermo lo ha condannato alla pena di anni 12 di reclusione. Nel febbraio 2017, Bronte e’ stato colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Palermo, per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti in seguito ad un’attivita’ d’indagine svolta dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile del capoluogo siciliano (operazione “Back Again”).

Dalle indagini sarebbe emerso come Bronte, sebbene fosse sottoposto alla misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale, rivestisse un ruolo di primissimo piano nella gestione di un ingente traffico di sostanze stupefacenti, il cui approvvigionamento avveniva, attraverso il canale campano per quanto attiene alla cocaina e all’hashish ed attraverso quello albanese per la marijuana. I successivi accertamenti patrimoniali condotti dall’ufficio misure di prevenzione della divisione anticrimine della questura di Palermo avrebbero permesso di accertare che Bronte ed i suoi familiari non disponevano di entrate lecite e idonee a garantire l’ordinario sostentamento familiare. L’assenza pressoche’ assoluta di mezzi economici rendeva, privo di giustificazione l’acquisto di numerosi beni, formalmente intestati a congiunti, ma di fatto riconducibili a Bronte come frutto delle sue attivita’ illecite e, pertanto, confiscati.

Con il provvedimento di oggi il Tribunale di Palermo ha disposto anche l’aggravamento della sorveglianza speciale, aumentandola di tre anni, raggiungendo, pertanto, la durata complessiva di 5 anni.

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