Il lungo sguardo di E. J. Howard
di Letizia Bilella
”Esiste al mondo qualcosa che possa farti crescere?”, le aveva detto lui. A lei sembrava di essere cresciuta talmente in fretta da poter guardare a ciò che era stata in passato come da una grande altezza; o di essere andata così lontano da non vedere ormai più nulla di ciò che aveva alle spalle”.
Siamo nel 1950 a Londra. Antonia e Conrad Fleming stanno aspettando gli ospiti per la cena di fidanzamento del figlio Julian. Ogni cosa è pronta nella bella villa sulla collina di Hampstead, da cui si gode una magnifica vista sulla città; la casa sta per accogliere, impeccabile, l’elite londinese che celebrerà l’occasione. Eppure la voce e lo sguardo di Antonia sono velati dal disincanto e dalla sensazione, quasi una certezza, che le cose, in fondo, sarebbero potute andare in modo diverso. Così si schiude il racconto del matrimonio ventennale dei Fleming, una vicenda che solca l’esistenza di marito e moglie dal presente fino al loro primo incontro, in un percorso a ritroso che ci porta a conoscere i due in giovane età, quando Antonia era la splendida adolescente che si faceva chiamare Toni. Non è una semplice storia d’amore, ma la storia di una coppia; ma soprattutto è la storia di una donna, bellissima e inquieta, coraggiosa e perduta, e della sua forza nel mettere a nudo ogni controversia privata senza pudori. Un romanzo ben scritto che ha in se una carica che da modo di immaginare gli aspetti autobiografici dell’autrice che si racconta in molti personaggi dei suoi libri.
Il lungo sguardo è un percorso a ritroso nel tempo che segue la storia della nostra protagonista e della sua unione con Conrad. Costretta a fare i conti con il fallimento del loro rapporto e incapace di supportare i suoi due figli, in procinto di ripetere gli stessi errori dei loro genitori, Antonia è una donna disillusa e insoddisfatta, segnata da continue delusioni.
Una ragazza solitaria ma curiosa, cresciuta in una famiglia anaffettiva, ingannata dal suo primo amore e delusa dalla famiglia, entra nella vita adulta già profondamente segnata e con un bagaglio di esperienze negative che gli fanno incontrare il marito con il quale sin dall’inizio stabilisce una fragile relazione. La voce di Antonia diviene sempre più protagonista con l’andare delle pagine e l’andare a ritroso della vicenda, fino a tacere completamente il punto di vista degli altri personaggi. La velocità del ritmo narrativo e le splendide descrizioni racchiuse nell’ultima parte del volume, rispecchiano la solitudine, l’interiorità e l’acutezza di una giovane Antonia.
Una splendida fotografia della borghesia inglese nel secondo dopoguerra.