Licata

Licata, A Testa Alta: “No ad altra discarica su bene confiscato alla mafia”

“Da anni denunciamo le criticità del sistema di destinazione e di riutilizzo dei beni confiscati alla mafia in provincia di Agrigento e, in particolare, nel territorio di Licata, dove appartamenti e terreni tolti ai mafiosi, per essere destinati a scopi sociali e assistenziali, versano da decenni in uno scandaloso stato di abbandono o vengono utilizzati […]

Pubblicato 4 anni fa

“Da anni denunciamo le criticità del sistema di destinazione e di riutilizzo dei beni confiscati alla mafia in provincia di Agrigento e, in particolare, nel territorio di Licata, dove appartamenti e terreni tolti ai mafiosi, per essere destinati a scopi sociali e assistenziali, versano da decenni in uno scandaloso stato di abbandono o vengono utilizzati per finalità non consentite.”

Lo scrive in una nota l’associazione “A Testa Alta” che prosegue: “La confisca dei beni alla criminalità organizzata e il loro riutilizzo in favore della collettività – non ci stancheremo mai di sottolinearlo – oltre a rappresentare una concreta occasione di creare lavoro e sviluppo, assumono un forte valore simbolico specialmente in quei territori, come Licata, in cui l’infiltrazione della consorteria masso-mafiosa negli appalti e nella gestione della cosa pubblica è fortemente radicata e strutturata, come emerso anche dalle recenti operazioni della DDA di Palermo Assedio e Halycon.Per questo ci opponiamo con fermezza all’ipotesi, emersa da notizie di stampa, di trasferire in un’area confiscata alla mafia l’ingente quantitativo di rifiuti ferrosi di varia natura, proveniente da sequestro penale e da circa due anni lasciato a corrodersi alle intemperie all’interno del porto di Licata.
Il pericolo è di adottare soluzioni utili a risolvere il problema in modo temporaneo e non definitivo, ma improprie e dannose nel lungo periodo.Riteniamo che la soluzione al problema debba essere valutata con la massima attenzione, individuando responsabilità e competenze, modalità di intervento e garanzie sulle bonifiche ambientali.Abbiamo validi motivi per ritenere che il Comune non debba farsi carico di quella annunciata incombenza, mettendo a disposizione – per ovviare a un problema che altri hanno causato – una struttura confiscata alla mafia, così trasformandola di fatto in discarica anziché valorizzarla e destinarla all’uso collettivo.Grazie alle lungaggini giudiziarie, è infatti ancora sotto sequestro penale il terreno confiscato alla mafia di Contrada Passarello, trasferito al Comune di Licata per la sua destinazione di «vivaio di essenze arboree e/o fiori in serre da piantumare e per rimboschimento» e che invece veniva utilizzato dallo stesso Comune come discarica abusiva di rifiuti speciali. A quattro anni dalla nostra denuncia che portò a quel sequestro, nulla è cambiato e la Comunità ha continuato a perdere occasioni e opportunità di crescita culturale e sociale.Di tutto abbiamo bisogno meno che di creare un’altra discarica in un bene confiscato alla mafia, in questo momento.”

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