Agrigento

Moria di tortore dal collare, Legambiente: “colpa della disinfestazione contro il West Nile”

A porre l'attenzione è Daniele Gucciardo presidente di Legambiente Circolo Rabat

Pubblicato 2 ore fa

Numerosi esemplari di tortore dal collare sono stati trovati morti dopo aver mostrato segni di torpore e atonia. Si ipotizza che la causa sia l’esposizione ai prodotti chimici usati nelle recenti campagne di disinfestazione contro il virus del Nilo occidentale (West Nile Virus), promosse dal Comune di Agrigento. Questo evento solleva interrogativi sui potenziali effetti a lungo termine sull’ecosistema e sulla salute di altre specie viventi”. A porre l’attenzione è Daniele Gucciardo presidente di Legambiente Circolo Rabat.

Il metodo di disinfestazione attuale sembra essere un approccio reattivo e non completamente ponderato. Le campagne di disinfestazione, sebbene basate su protocolli ufficiali, potrebbero non tenere in considerazione la complessità ecologica. Se da un lato l’intento è di contenere la diffusione del virus, continua il presidente di Legambiente, dall’altro si rischia di creare un danno maggiore. I prodotti usati potrebbero infatti non essere selettivi, danneggiando in modo indiscriminato insetti e animali come le tortore, che ne subiscono gli effetti letali. Questo solleva il dibattito sull’efficacia e sull’impatto di tali interventi. Sappiamo che il virus del Nilo occidentale si trasmette principalmente attraverso la puntura di zanzare infette. Sebbene le zanzare abbiano un raggio di azione limitato (circa 200 metri), la loro proliferazione è favorita da condizioni specifiche, come i ristagni d’acqua. Questi si trovano spesso in contesti urbani e domestici, come sottovasi, grondaie o piccole pozzanghere. Contrariamente a quanto si possa pensare, l’uomo non è il serbatoio principale del virus (lo sono invece gli uccelli), ma può ammalarsi e in casi rari e in soggetti fragili può sviluppare una patologia grave. Le zanzare femmine sono le uniche a pungere e a trasmettere il virus, e molte specie di zanzare, compresa la zanzara comune, hanno un ruolo cruciale negli ecosistemi come impollinatori. Considerando questi elementi, sottolinea Gucciardo, l’azione più efficace e meno invasiva non sono le disinfestazioni di massa, ma la prevenzione e la gestione dei focolai. Adottare semplici pratiche quotidiane come eliminare i ristagni d’acqua, usare zanzariere, oppure qualche vecchio rimedio della nonna, è molto più utile per contrastare la proliferazione delle zanzare. Vorremmo che fosse adottato un approccio più sostenibile. La moria delle tortore dimostra la necessità di una valutazione più accurata. Prima di procedere con trattamenti su larga scala, sarebbe opportuno richiedere una consulenza a esperti del settore, come biologi ed ecologi, per scegliere soluzioni alternative e mirate che non danneggino l’ambiente. Un approccio basato sulla scienza e sulla sostenibilità porterebbe a un controllo più efficace delle zanzare, proteggendo al contempo la fauna locale e l’intero ecosistema“; ha concluso il presidente del circolo Rabat.

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