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Pagamenti digitali: volumi in crescita ma la Sicilia resta indietro

Gli italiani si mostrano sempre più propensi a pagare con modalità elettroniche e digitali

Pubblicato 3 anni fa

Gli italiani si mostrano sempre più propensi a pagare con modalità elettroniche e digitali, dando fiducia ai cosiddetti sistemi cashless sia nelle transazioni online che offline: è ciò che emerge dal report “Digital Payments Monitor” di Worldline Merchant Services Italia, che evidenzia la forte crescita nell’uso di questi sistemi a scapito del contante. Ecco il punto della situazione.

Pagamenti digitali: +11,8% nei primi 6 mesi del 2022

Il trend positivo che vede protagonisti i pagamenti elettronici dura ormai da almeno un paio d’anni, grazie anche alle politiche poste in essere dai Governi centrali, che tra obblighi e incentivi stanno cercando di spingere sempre più i cittadini a preferire transazioni in formato digitale. Nel primo semestre del 2022, in particolare, si è registrato un ulteriore aumento dell’11,8% nei volumi dei pagamenti digitali al quale si accompagna il +9,7% delle transazioni eseguite con carta rispetto al 2021.

Se in passato l’uso di carte e altre modalità di pagamento digitale, però, era molto spesso limitato alle transazioni di importo più elevato, è interessante osservare come attualmente le persone usino regolarmente carte e sistemi cashless anche per spese inferiori ai 10 euro, un’abitudine consolidatasi con il cosiddetto Cashback di Stato ma che oggi viene apprezzata per le caratteristiche di praticità e sicurezza garantite dalle nuove tecnologie.

Dove si utilizzano maggiormente i pagamenti digitali

Il trend di crescita dei pagamenti elettronici sembra colpire maggiormente alcuni settori rispetto ad altri, soprattutto per ciò che riguarda le spese nei negozi fisici. Tenendo conto delle categorie merceologiche, infatti, si evidenzia una netta prevalenza di transazioni digitali nel settore alberghiero e della ristorazione (+184,7% e +111,5% rispetto al 2021), spinti anche dal fatto che chi si trova in viaggio difficilmente sceglie di portare con sé molti contanti. Non meno interessante però è l’aumento dei volumi nel comparto GDO, a dimostrazione che anche le spese quotidiane vengono sempre più spesso pagate con carte e altre modalità diverse dai contanti.

Il boom dei pagamenti digitali ovviamente vede protagonisti anche gli acquisti online, divenuti ormai una consuetudine consolidata per ampie fasce di consumatori, che scelgono gli e-commerce sia per avere maggiori possibilità di scelta che per risparmiare qualche euro. Nei negozi online, così come sulle piattaforme che offrono servizi digitali come quelli per giocare a passatempi di vario genere con soldi veri o per guardare film e serie TV, l’uso del contante è quasi nullo, il che ha favorito la diffusione di una maggiore fiducia nei confronti dei protocolli di sicurezza adottati da banche e altri intermediari di pagamento.

Pagamenti digitali: maglia nera per la Sicilia, dati positivi al nord

All’interno del report viene analizzato anche l’andamento delle singole regioni italiane per ciò che riguarda il ricorso ai pagamenti digitali. Anche in questo ambito, come spesso accade quando si parla di tecnologia e innovazione, sembra netta la differenza tra il nord e il sud del Paese. Confrontando i volumi delle transazioni digitali si osserva infatti che rispetto al 2021 i maggiori aumenti si registrano proprio nel settentrione (addirittura +176,6% per la Valle d’Aosta), con valori abbastanza omogenei tra i vari territori.

Toscana, Veneto e Lombardia, che si pongono tra le regioni più virtuose in tal senso, segnano per esempio aumenti percentuali del 17,2%, del 13,5% e del 12,9%, mentre il Lazio si attesta su un +18%. Deve far riflettere invece il dato relativo proprio alla Regione Sicilia, che rispetto all’anno scorso vede addirittura una contrazione dello 0,9% rispetto al volume delle transazioni eseguite in forma digitale, un calo che apre riflessioni importanti riguardo al rapporto dei siciliani con la tecnologia e alle carenze strutturali che ancora oggi rendono difficile per alcune aree dell’isola l’allineamento con il resto d’Italia e d’Europa.

In quest’ottica, sarà dunque fondamentale investire nell’ottica della digitalizzazione, sfruttando al meglio le risorse provenienti dal PNRR e adottando soluzioni adeguate che non lascino indietro nessuna provincia. I problemi storici che attanagliano la Sicilia da questo punto di vista potrebbero infatti risultare ancora più evidenti man mano che le altre regioni e gli altri Paesi continueranno a progredire verso un più efficace utilizzo delle tecnologie digitali, un gap che l’isola a tre punte non può permettersi di ampliare se vuole restare al passo coi tempi.

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