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Undici cani rinchiusi in un fossato, salvati grazie alla segnalazione dei volontari Lav

I cagnolini vivevano in una condizioni igienico-sanitarie estremamente critica

Pubblicato 2 mesi fa

Undici cani simil segugi, di cui otto cuccioli di circa sei settimane, sono stati trovati rinchiusi all’interno di un fossato cementato, profondo circa 2 metri e mezzo, presumibilmente in una proprietà privata della città di Sciacca, in provincia di Agrigento.

Il fossato, completamente privo di scoli, vie di fuga o coperture naturali, era chiuso superiormente da una grata di ferro, bloccata con massi, rendendo impossibile qualsiasi tentativo di accesso o di uscita.

Quello che abbiamo trovato è un vero e proprio inferno di cemento, polvere e abbandono. Detenere degli animali in queste condizioni non è solo una violazione della legge, ma è un atto crudele e inaccettabile che non può e non deve passare inosservato,” dichiara Iris Pedrazzi, responsabile LAV sede di Sciacca.

Le condizioni igienico-sanitarie rilevate, infatti, erano estremamente critiche: all’interno del fossato era presente solo una cuccia in cemento rovesciata, quindi inutilizzabile, e non vi era possibilità di riparo dal sole o dalla pioggia. Erano presenti numerosi rifiuti, tra cui lattine di olio abbandonate, e vi erano escrementi sparsi ovunque, due secchi d’acqua sporca e nessuna ciotola per il cibo. Al minimo movimento degli animali si sollevava una fitta nube di polvere, che rendeva l’ambiente ancora più insalubre e pericoloso, soprattutto per i cuccioli.

I volontari della sede LAV di Sciacca, trovati i cani, hanno subito allertato le autorità, inoltrando una segnalazione alla Polizia Municipale, al Comune di Sciacca e al Servizio Veterinario dell’ASP territoriale.

A seguito del loro intervento, è stato quindi effettuato un sopralluogo da parte della Polizia Municipale che ha confermato la gravità della situazione. All’esito del controllo, tutti i cani sono stati prelevati e messi in sicurezza, trasportati presso il canile sanitario per ricevere cure e assistenza.

“Ringraziamo le autorità intervenute per aver dato seguito tempestivamente alla nostra segnalazione – conclude Pedrazzi di LAV Sciacca – Ora è fondamentale che le indagini proseguano e che i responsabili rispondano delle loro azioni. Il benessere animale non può essere relegato a una questione secondaria”.

La LAV continuerà a monitorare da vicino la vicenda, mettendo a disposizione le proprie risorse affinché venga fatta piena luce sui fatti e garantito un futuro sicuro agli animali coinvolti in questa triste vicenda.

Sulla vicenda è intervenuta anche l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente e autrice della legge che ha dichiarato: “Di sicuro siamo di fronte ad un trattamento inaccettabile, che giustamente indigna chiunque ami e rispetti gli animali e che ci induce, come LEIDAA, a partecipare in qualità di parte civile al procedimento penale avviato contro il responsabile, già individuato. Alla crudeltà e all’indifferenza abbiamo dichiarato guerra, e condurremo la battaglia fino in fondo, sui territori, dovunque esse si manifestino”. “Ringrazio – aggiunge – la polizia municipale e l’amministrazione di Sciacca per il rapido ed efficace intervento. D’altra parte lo spettacolo cui gli agenti si sono trovati di fronte imponeva un’azione immediata: gli animali vivevano calpestando i loro escrementi in un luogo disseminato di insidie (lamiere, rifiuti ) con poco cibo e acqua. Ora invece sono ricoverati in un luogo adatto, sotto il controllo costante dei veterinari”.

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