Operazione “Acquewin”, arrestato avvocato: intascava i soldi del servizio idrico (le intercettazioni: video)
Corruzione al Comune di Taormina: arrestato un avvocato e notificato il divieto di dimora a un ex dirigente pubblico. Sono accusati di essersi appropriati delle somme dovute per il servizio idrico dagli utenti morosi. E’ stata battezzata “Acquewin” l’operazione condotta dai finanzieri del Comando provinciale di Messina. L’avvocato, Francesco La Face, 60 anni, e l’ex […]
Corruzione
al Comune di Taormina: arrestato un avvocato e notificato il divieto di dimora
a un ex dirigente pubblico.
Sono
accusati di essersi appropriati delle somme dovute per il servizio idrico dagli
utenti morosi. E’ stata battezzata “Acquewin” l’operazione condotta
dai finanzieri del Comando provinciale di Messina. L’avvocato, Francesco La
Face, 60 anni, e l’ex dirigente comunale, Giovanni Coco, 67 ann i, ora in
pensione, sono accusati di peculato e corruzione. Sequestrati beni immobili e
disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre ottocento mila
euro. Le indagini hanno consentito di accertare che l’avvocato, nella sua
qualità di incaricato dall’amministrazione comunale alla riscossione delle
somme dovute per la fornitura dell’acqua nei confronti degli utenti morosi,
insieme al responsabile dell’Area servizi generali e dell’Ufficio riscossione del
Servizio acquedotto del Comune di Taormina, avevano omesso di versare nelle
casse comunali gli importi riscossi per il pagamento delle utenze idriche,
appropriandosi, negli anni, di un importo vicino al milione di euro. L’ex
dirigente comunale, in cambio di denaro e di altre utilità, del valore pari a
circa 26 mila euro, si era messo a disposizione dell’avvocato.
Nell’abitazione dell’ex dirigente comunale 67enne è stato trovato un ‘pizzino’, rappresentativo della giustificazione concordata tra i due indagati per creare una giustificazione alla tangente ricevuta. Il legale 60enne posto agli arresti domiciliari, grazie alla complicità del responsabile dell’ufficio idrico, che ometteva la prevista attività di controllo, giungendo anche ad inserire dati falsi nel sistema informatico comunale “AcqueWin” – da qui il nome dell’operazione – negoziava direttamente sul suo conto corrente personale gli assegni degli utenti morosi (comportamento definito dallo stesso giudice come “inquietante”), ovvero si faceva pagare in contanti, a fronte di uno sconto all’utente, con l’obiettivo di non lasciare traccia degli importi ricevuti.
Una
attività di sistematica appropriazione di denaro pubblico che, spiegano le
Fiamme gialle, “era nota a molti impiegati della macchina comunale della
Perla dello Jonio”, come emerge dal contenuto delle intercettazioni, ma
“l’omertà e la connivenza dei pubblici dipendenti divenivano il volano del
perpetrarsi, nel tempo, delle condotte illecite”.
Secondo
ipotesi d’accusa, proprio il rapporto criminale oggi disvelato consentiva al
legale di riuscire a mantenere l’incarico, sin dal 1995, nonostante i vari
avvicendamenti delle amministrazioni comunali. Il sequestro, per un importo
complessivo di 817 mila euro, ha interessato tre unità immobiliari di proprietà
del professionista e le somme maturate dall’ex dirigente a titolo di
trattamento di fine servizio a seguito della cessazione del rapporto di lavoro.
“Si
tratta viene spiegato – del primo caso di misura cautelare reale della specie
nella provincia di Messina”.