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Mafia, slittano ancora i tempi per la conclusione del processo “Montagna-bis”

La Cassazione due anni fa aveva annullato il verdetto di secondo grado disponendo un nuovo processo

Pubblicato 27 minuti fa

A sette anni dai fatti, e due dalla decisione della Cassazione di annullare il verdetto di secondo grado, slitta ancora una volta il processo -bis scaturito dall’inchiesta Montagna, la maxi operazione dei carabinieri che nel 2018 smantellò l’omonimo mandamento guidato dal boss Francesco Fragapane. A imporre lo stop – questa volta – è stato l’impedimento di uno dei giudici della Corte. Per questo motivo si tornerà in aula il prossimo 16 luglio.

Quattro le persone che siedono sul banco degli imputati: si tratta dei fratelli Gerlando e Stefano Valenti, di Favara; Daniele Fragapane, di Santa Elisabetta, e del collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta. La Cassazione due anni fa aveva annullato il verdetto di secondo grado disponendo un nuovo processo che si sta celebrando davanti i giudici della terza sezione della Corte di Appello. La procura generale ha chiesto che ai fratelli Valenti, condannati a sei anni per concorso esterno, venga riconosciuta la piena partecipazione all’associazione mafiosa. Proprio nel precedente giudizio i giudici avevano riqualificato il reato da 416bis a quello meno afflittivo di concorso esterno.

La difesa, sostenuta dall’avvocato Nico D’Ascola, ha invece sostenuto l’infondatezza della richiesta invocando l’assoluzione in ossequio al principio sancito dalla Cassazione. Per Daniele Fragapane, calciatore e cugino del boss Francesco, è stata chiesta la conferma della condanna a sei anni di reclusione per concorso esterno o – in subordine – il riconoscimento del reato di favoreggiamento personale aggravato. La procura generale, infine, ha chiesto alla Corte di rideterminare la pena nei confronti di Giuseppe Quaranta, il collaboratore di giustizia condannato per questi fatti a 7 anni e 6 mesi. Il processo riprenderà il prossimo 16 luglio con le arringhe difensive degli avvocati Raffaele Bonsignore, Giuliano Dominici Salvino Mondello e Giuseppe Barba.

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