Migranti, termina a Lampedusa supporto MSF per emergenza Covid
Si chiude oggi l’intervento di Medici Senza Frontiere (MSF) sull’isola di Lampedusa, iniziato lo scorso 15 agosto per affiancare le autorita’ sanitarie locali durante gli screening medici agli sbarchi nel rispetto delle misure anti-Covid. Il team di MSF, composto da medici, infermieri e mediatori interculturali, ha offerto supporto al personale dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Palermo nella […]
Si chiude oggi l’intervento di Medici Senza Frontiere (MSF) sull’isola di Lampedusa, iniziato lo scorso 15 agosto per affiancare le autorita’ sanitarie locali durante gli screening medici agli sbarchi nel rispetto delle misure anti-Covid. Il team di MSF, composto da medici, infermieri e mediatori interculturali, ha offerto supporto al personale dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Palermo nella gestione dei codici rossi e nell’individuazione di pazienti con possibili sintomi da Covid-19 o con specifiche vulnerabilita’, arrivando a definire meccanismi mirati ad assegnare un livello di priorita’ per ogni persona sbarcata cosi’ da segnalare ai medici dell’hotspot i casi piu’ urgenti da seguire. MSF sottoporra’ alle autorita’ competenti una serie di raccomandazioni per rafforzare i protocolli di sorveglianza sanitaria e identificazione delle vulnerabilita’ agli sbarchi e favorire il coordinamento tra i vari attori coinvolti. In due mesi di attivita’ il team di MSF ha assistito 5.795 persone in 226 sbarchi. Se l’80% delle imbarcazioni che ha raggiunto Lampedusa e’ partita dalla Tunisia, il 43% del numero complessivo di persone sbarcate proveniva dalla Libia, spesso a bordo di imbarcazioni fatiscenti. I picchi di arrivo piu’ rilevanti si sono registrati soprattutto dopo brevi periodi di maltempo: la giornata piu’ impegnativa e’ stata quella del 20 settembre scorso, quando sono sbarcate a Lampedusa 732 persone con 26 imbarcazioni.
“Le persone possono arrivare bagnate fradice anche di notte, soffrono di ipotermia, a volte sono rimaste in mare aperto per giorni. Uomini e donne in stato di shock, esausti, feriti alle gambe o con disabilita’ vengono trattati sui marciapiedi perche’ ai moli utilizzati non c’e’ un’area attrezzata dove visitarli. Non ci sono bagni disponibili e quando gli arrivi sono decine al giorno devono aspettare anche ore prima di essere trasferiti all’hotspot – racconta ancora Elisa Galli – Gli sbarchi non sono una sorpresa, e’ ora di strutturare una risposta per garantire a queste persone uno standard minimo di dignita’”. Gli screening agli sbarchi, che oltre alle condizioni dovute al viaggio hanno individuato donne incinte, malati cronici, persone con disabilita’, vittime di tortura, non solo dimostrano ancora una volta i traumi e le violenze subite da migranti e rifugiati in Libia, ma anche come sempre piu’ persone decidano di raggiungere l’Europa per cercare un trattamento medico che nel loro paese di origine non riescono a trovare. MSF lavora in Italia dal 1999, con progetti agli sbarchi, in centri di accoglienza e insediamenti informali in diverse regioni, per fornire assistenza medico-umanitaria, psicologica e orientamento socio-sanitario a rifugiati e migranti nel nostro Paese. Dall’inizio dell’epidemia di Covid-19, MSF ha supportato la risposta del sistema sanitario italiano in Lombardia, Marche, Sicilia e Lazio. Attualmente l’impegno di MSF sul Covid-19 e’ a Roma attraverso comitati di igiene e sorveglianza sanitaria per monitorare la presenza di possibili casi di Covid-19. A Palermo MSF svolge attivita’ di promozione della salute per il controllo della diffusione del coronavirus con diversi attori della societa’ civile e ha supportato la risposta nella missione Biagio Conte. L’intervento di MSF in risposta alla pandemia si estende attualmente in oltre 70 paesi del mondo.