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Le dimissioni del Premier Conte. Il ventaglio delle ipotesi per la guida del Paese

Si è dimesso questa mattina a mezzogiorno il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte. In un incontro di circa mezz’ora con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Conte ha formalizzato la decisione annunciata qualche ora prima nel corso di un Consiglio dei ministri. La crisi di governo è quindi ufficialmente aperta: Mattarella inizierà mercoledì pomeriggio […]

Pubblicato 4 anni fa

Si è dimesso questa mattina a mezzogiorno il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte.

In un incontro di circa mezz’ora con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Conte ha formalizzato la decisione annunciata qualche ora prima nel corso di un Consiglio dei ministri. La crisi di governo è quindi ufficialmente aperta: Mattarella inizierà mercoledì pomeriggio le consultazioni con cui chiederà ai partiti se sono disposti a sostenere un nuovo governo, e guidato da chi. Il piano di Conte, che almeno a parole ha dalla sua parte il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico, è quello di riottenere da Mattarella l’incarico di formare un nuovo governo, che sarebbe il suo terzo consecutivo.

Ma l’esito della crisi non è scontato. Conte vorrebbe trovare una nuova maggioranza, più ampia di quella che ha votato la fiducia al governo la scorsa settimana, soprattutto al Senato. Ma vorrebbe trovarla senza i voti di Italia Viva, il partito di Matteo Renzi da cui è partita la crisi politica. Vorrebbe dire coinvolgere alcune decine di parlamentari tra Camera e Senato, tra i vari partiti di centro attualmente all’opposizione, e forse anche attingendo a un pezzo di Forza Italia. Si parla già di alcuni accordi per la formazione di un gruppo parlamentare autonomo, quello dei cosiddetti “responsabili”, ma per ora siamo soltanto ai retroscena.

Cosa può succedere ora?
Dopo le dimissioni di Conte, il presidente della Repubblica avvierà le consultazioni con i partiti in Parlamento per valutare se sia possibile una nuova maggioranza e dare l’incarico a un presidente del Consiglio (che in questo caso viene definito “incaricato”) che dovrà riferire poi se avrà trovato un accordo con i partiti per formare un nuovo governo. Le consultazioni inizieranno nel pomeriggio di mercoledì 27 gennaio e dovrebbero concludersi in un paio di giorni.

Mattarella potrebbe dare l’incarico di nuovo a Conte, individuandolo come figura più adatta a trovare una maggioranza in Parlamento, perché M5S e PD hanno detto chiaramente di sostenerlo, e si pensa ci siano vari partiti e parlamentari di centro e forse anche di centrodestra attualmente all’opposizione che sarebbero disposti a sostenere un nuovo governo, entrando nella maggioranza. Il segretario del PD Nicola Zingaretti ha definito Conte un «punto d’equilibrio» che «ha preso la fiducia e sfido chiunque a dimostrare che si può superare quel livello».

È ancora in dubbio la posizione di Italia Viva, che dopo aver innescato la crisi ed essersi astenuta sulla fiducia, sembra aver riaperto a nuove trattative. Ma PD e M5S sembrano divisi sulla possibilità di ammettere di nuovo Renzi e i suoi, che darebbero una notevole solidità numerica al governo ma sono ormai guardati con grande diffidenza da buona parte degli ex alleati.

Lega e Fratelli d’Italia spingono per andare subito a elezioni anticipate, forti del consenso di cui godono secondo i sondaggi. Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ha invece auspicato un governo di larghe intese, che cioè coinvolga sia i partiti di maggioranza che di opposizione, per gestire i prossimi mesi di pandemia in attesa di nuove elezioni.

Se le consultazioni dovessero rilevare che Conte non ha i numeri necessari per formare una maggioranza, Mattarella potrebbe dare l’incarico a un’altra persona: nelle ultime ore si sono fatte diverse ipotesi, da esponenti politici come Dario Franceschini o Lorenzo Guerini del PD e Luigi Di Maio del M5s, ma anche “tecnici”, cioè figure non appartengono a nessun partito politico, come la presidente emerita della Consulta Marta Cartabia e l’ex presidente ISTAT Enrico Giovannini.

C’è poi l’ipotesi che dalle consultazioni venga fuori una maggioranza troppo risicata e instabile, e che Mattarella affidi a Conte o a un’altra figura istituzionale un “mandato esplorativo” per svolgere, al posto suo, delle nuove consultazioni, più informali, che potrebbero servire a trovare quella maggioranza che al momento sembra mancare. Nel caso il mandato venisse affidato a Conte si parlerebbe di “pre-incarico”, come quello che ricevette Pier Luigi Bersani nel 2013 quando l’allora segretario del PD organizzò una serie di consultazioni per verificare se fosse possibile trovare una maggioranza per sostenere un governo di centrosinistra, senza riuscirci.

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