Migranti, Gip Agrigento archivia inchiesta su Carola Rackete
Archiviata inchiesta su Carola Rackete
La gip di Agrigento Alessandra Vella, come riporta l’Adnkronos, ha accolto la richiesta della Procura di archiviare l’inchiesta su Carola Rackete, la comandante della nave Sea watch, che due anni fa venne arrestata per resistenza o violenza contro una nave da guerra. Il Procuratore Luigi Patronaggio aveva chiesto di non processare la comandante tedesca e la gip, la stessa che aveva scarcerato Rackete, difesa dagli avvocati Gamberini e Leonardo Marino, che era finita agli arresti, ha accolto la richiesta archiviando l’indagine.
Le parole dell’avvocato Tesoriero, dello studio Gamberini, all’Adnkronos. “Sono altamente soddisfatto per la richiesta di archiviazione di Carola Rackete fatta dalla Procura di Agrigento. I pm confermano con questa richiesta la tesi che abbiamo sempre sostenuto, cioè che Carola agì nell’adempimento di un dovere, quello di salvare vite umane”. Lo ha detto all’Adnkronos l’avvocato Salvatore Tesoriero, il legale di Carola Rackete, la comandante della Sea watch che due anni fa venne arrestata per resistenza o violenza contro una nave da guerra, dopo avere forzato l’ingresso della Sea watch al porto di Lampedusa. “La Procura – prosegue il legale – all’esito dell’inchiesta i ha svolto ulteriori indagini e ha valutato che effettivamente la causa dell’adempimento del dovere va rilevata e debba esserci”. “C’erano diverse avvisaglie – dice ancora l’avvocato Tesoriere -che arrivavano anche dalla Corte di Cassazione”. “Ricordo ai tempi le disposizioni dell’ex ministro Salvini e rilevo oggi, a distanza di due anni, che Carola Rackete aveva agito per salvare vite umane in adempimento di un dovere. Questo è stato sostenuto dall’inizio”. E ricorda anche “la pronuncia di un giudice contro cui si scagliarono le forze politiche, al tempo contrarie agli sbarchi, la nostra cassazione , cioè l’organo di riferimento dell’interpretazione dei diritti del nostro paese, ha affermato nella vicenda di chi è in mare intervenire per salvare vite umane”.
Secondo la Procura di Agrigento la comandante Carola Rackete avrebbe agito per stato di necessità. Aveva il “dovere di portare i migranti in un porto sicuro” non potendo più garantire la sicurezza a bordo delle 42 persone soccorse 17 giorni prima che l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini non voleva far sbarcare. Dopo essere arrivato di notte davanti al porto di Lampedusa, nonostante il divieto dell’allora ministro Salvini, invocò lo stato di necessità e ribadì la richiesta di sbarco immediato. Poi, non ottenendo alcuna risposta decise di forzare il divieto ed entrò in porto. Ma nella manovra speronò la motovedetta della Guardia di finanza.
“Ci siamo adeguati alle indicazioni della Corte di Cassazione che aveva confermato l’annullamento dell’arresto. Pur avendo qualche perplessità sul bilanciamento dei beni giuridici in gioco”. Lo ha detto all’Adnkronos il Procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, commentando la decisione della gip di Agrigento Alessandra Vella di archiviare l’indagine di Carola Rackete, la comandante della Sea Watch accusata di resistenza dopo avere forzato un blocco navale nel giugno del 2019. La Procura ha chiesto l’archiviazione per Rackete, che la gip ha accolto.