Usura ed estorsioni a Canicattì, 4 anni e 4 mesi a Giuseppe Maira: assolto il fratello
Una delle vittime è addirittura fuggita al nord Italia
La Corte di Appello di Palermo, in riforma della sentenza del tribunale di Agrigento, ha disposto una condanna una assoluzione nell’ambito dell’inchiesta scaturita a carico dei fratelli di Canicattì Giuseppe e Antonio Maira – 63 e 69 anni – accusati di usura ed estorsione. Al primo, condannato inizialmente a cinque anni di reclusione, sono stati inflitti 4 anni e 4 mesi mentre Antonio Maira, condannato in primo grado a 4 anni e 8 mesi, è stato assolto dai reati a lui contestati.
La vicenda nasce da un blitz congiunto dei dei poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento, agli ordini del vicequestore aggiunto Giovanni Minardi, e dei carabinieri della Compagnia di Canicattì, guidati dal capitano Luigi Pacifico, a seguito della denuncia di un piccolo imprenditore che, dopo due anni di soprusi, ha trovato il coraggio di denunciare i suoi aguzzini dicendo che nel 2016, in un momento di difficoltà economica, ottenne 25mila euro in contanti da uno dei fratelli, dietro la promessa di restituzione di 2.500 euro mensili, imputabili quali interessi, senza la fissazione di un termine per la restituzione del capitale.
Tre gli episodi di usura contestati dagli inquirenti ai due fratelli, già sotto processo lo stesso reato (inchiesta Cappio) ad Agrigento. Contestate anche le aggravanti. Una delle vittime, a cui i due avevano di fatto svuotato conti e dignità, è addirittura fuggita al nord Italia per sfuggire alle continue minacce rivolte anche ai familiari.