Canicattì, padre e figlio a giudizio per rapina: il racconto delle indagini
In aula è stato sentito il vicequestore Cesare Castelli,all'epoca dei fatti a capo del commissariato di Canicattì
Al via il processo a carico di Antonino Putano, 75 anni, e del figlio Massimo, 46 anni, accusati di rapina aggravata ai danni di un imprenditore di Canicattì. Questa mattina si è aperto il dibattimento, davanti i giudici della seconda sezione penale del tribunale di Agrigento presieduta da Wilma Angela Mazzara, con l’escussione del primo testimone dell’accusa.
Si tratta del vicequestore aggiunto, ed ex dirigente del commissariato di Canicattì, Cesare Castelli: “La vittima ci ha immediatamente fatto i nomi di padre e figlio così abbiamo seguito una ben precisa pista investigativa” ha detto il vicequestore.
La vicenda risale a qualche giorno prima del Ferragosto 2018 quando, secondo la ricostruzione degli inquirenti, padre e figlio si presentarono all’interno della proprietà di un imprenditore agricolo minacciandolo e sottraendogli una trentina di tubi per l’irrigazione dei campi. L’anziano imprenditore agricolo fu anche minacciato non appena cercò di opporre resistenza: “Se mi denunci passerai dei guai …”.
Prima di lasciare l’abitazione dell’imprenditore i due, a bordo di un furgone, speronarono l’auto della vittima nel tentativo di quest’ultimo di impedire loro di scappare.