Lampedusa

Migranti, le Ong scendono in piazza: “basta morti in mare”

La manifestazione si svolgerà in piazza Esquilino a Roma

Pubblicato 3 anni fa

Basta morti in mare, via gli accordi con la Libia sui migranti e sì a vie legali d’accesso in Italia e in Europa. Tornano alla carica associazioni e Ong pronte ad andare in piazza sul ‘dossier migranti‘ 72 ore dopo l’ennesimo weekend di morte nel Mediterraneo: la scorsa notte i militari della Guardia costiera hanno salvato 26 migranti finiti in mare dopo l’affondamento del barchino su cui viaggiavano verso Lampedusa ma ci sono 4 dispersi.Venerdì due bambini piccolissimi hanno perso la vita carbonizzati a largo di Lampedusa, con la procura di Agrigento che ha aperto un fasciolo; nel fine settimana l’equipaggio aereo della ong Sea Watch ha individuato due imbarcazioni in difficoltà con a bordo 45 e 60 persone e denunciato in un caso il ‘respingimento illegale’ della “cosidetta Guardia costiera libica in collaborazione con Frontex”, l’Agenzia europea di sorveglianza ai confini esterni, come ha denunciato la stessa ong sui social. Non un fatto isolato – attaccano le navi umanitarie di soccorso in mare – perché sarebbero “100mila le persone respinte in Libia negli ultimi 5 anni intercettate dalla guardia costiera libica e riportate forzatamente in un paese che non può essere considerato sicuro”. E “se entro il 2 novembre il governo italiano non deciderà per la revoca, il Memorandum Italia–Libia verrà automaticamente rinnovato per altri 3 anni”. Con queste parole d’ordine 40 organizzazioni scenderanno in piazza Esquilino a Roma mercoledì dopo una conferenza stampa all’Hotel Nazionale “per dire no al rinnovo degli accordi”. Presenti realtà come Medici Senza Frontiere, Amnesty International, Centro Astalli, Emergency, le Acli, Alarm Phone, Intersos, Oxfam, Open Arms e decine di altre. I sindacati si sono uniti all’appello con Cgil, Cisl e Uil che parlano di memorandum nato “per tentare di ridurre il traffico di migranti attraverso il Mediterraneo” e che invece “non ha raggiunto nessuno degli obiettivi auspicati. Migliaia di donne, uomini e bambini in cerca di protezione sono stati intercettati in mare e riportati in Libia andando incontro a detenzione e torture”. Anche la Comunità di Sant’Egidio, a poche ore dall’incontro Meloni-Macron coadiuvato proprio dalla ‘diplomazia’ vaticana di secondo livello, è tornata a far sentire la sua voce. “I migranti non sono braccia che migliorano il Pil, ma vogliono partecipare alle nostre comunità nazionali e contribuire a renderle migliori”, ha affermato Daniela Pompei, responsabile dei servizi migranti, rifugiati e rom della Comunità di Sant’Egidio, intervenendo al forum ‘La grande occasione: migrazioni e futuro’. “Il nostro Paese dovrebbe elaborare le politiche migratorie non sull’onda delle emozioni, ma dei dati reali. È arrivato il momento di promuovere vie di accesso all’Europa legali e dignitose come i corridoi umanitari di Sant’Egidio”, le ha fatto eco Valentina Brinis, advocacy officer della Ong spagnola Open Arms. 

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