Trattativa Stato-mafia, il fratello del giudice Borsellino: “Non avremo mai verità e giustizia”
Lo afferma Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso dalla mafia nella strage di via D'Amelio
“Assolti per non avere commesso il fatto, non perche’ il fatto non costituisce reato, ma per non avere commesso il fatto, cosi’ recita una sentenza della Cassazione che ci riporta ai tempi di Corrado Carnevale, piu’ di trenta anni indietro. E’ una sentenza tombale, vengono prescritti anche i reati compiuti dalla controparte mafiosa, viene sancita la definitiva rinuncia dello Stato a fare giustizia ad accertare la verita’”. Lo afferma Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso dalla mafia nella strage di via D’Amelio.
“Il nostro Stato non e’, e forse non e’ mai stato, uno Stato di diritto. Siamo stati degli illusi a credere – accusa – che lo Stato potesse processare se stesso perche’ ‘il fatto’ c’e’ stato, ci sono state le stragi, c’e’ stato il furto dell’Agenda rossa, ci sono stati i depistaggi, ma non ci sono i colpevoli o meglio perche’ i colpevoli ci sono, ma sono dentro alle stesse strutture di questo stato assassino e depistatore e quindi sono intoccabili. Non e’ questo, non puo’ essere questo lo Stato per cui ha sacrificato la vita mio fratello e solo per rispetto al suo sacrificio non posso e non devo aggiungere altro”. Conclude il fratello di Paolo Borsellino: “Non ho mai creduto alla giustizia degli uomini, sono laico e non posso quindi confidare neanche nella giustizia di Dio, non mi resta, nei pochi anni che mi restato da vivere, che la lotta, una lotta disperata, solitaria, senza speranza, per una verita’ che continuera’ ad essere occultata, vilipesa, negata dagli stessi assassini che mai, mai, potranno giudicare se stessi”.