I pescatori di Licata si incatenano all’Ars: “siamo allo stremo”
Alla base della protesta la presenza, nel mare di Licata, di una nave dell’Eni che sta posando i tubi di un nuovo oleodotto
Più di 150 pescatori da stamani si sono incatenati e protestano a Palermo, davanti alla sede del parlamento regionale, per chiedere aiuto per un settore in crisi gravissima. All’origine della protesta c’è la presenza della nave dell’Eni al largo della costa per la posa dei tubi dell’oleodotto. Secondo i rappresentanti della marineria licatese la presenza della nave finisce per impedire loro di pescare, da qui la richiesta di ristoro.
“Finora – è il commento di Rosario Cosentino, rappresentante della marineria e consigliere comunale – ogni nostra istanza è diventata lettera morta, non abbiamo avuto alcun riscontro. Non usciamo in mare da più di due settimane e siamo allo stremo. Oggi siamo qui, incatenati, e speriamo in qualche risposta da parte della Regione”.
A fianco delle marinerie i deputati regionali del Movimento 5 Stelle Angelo Cambiano e Nuccio Di Paola che insieme ad una rappresentanza dei pescatori hanno incontrato il Governo Regionale, rappresentato dall’Assessore Sammartino, il quale ha rassicurato rispetto alla tempestività degli interventi che saranno attuati a sostegno dell’intero comparto, impegnandosi a proseguire il serrato confronto con Eni nei prossimi giorni. “Continueremo a vigilare, aggiungono i deputati Cambiano e Di Paola, e a tutelare la dignità di tanti padri di famiglia, che chiedono solo rassicurazioni per il loro futuro, nonché di una delle più importanti e rilevanti parti della storia e dell’economia del nostro territorio”.