Mafia

Mafia e Stidda nell’agrigentino, verso la sentenza del processo Condor 

Il processo riprenderà il prossimo 1 febbraio per il suo atto conclusivo: la sentenza

Pubblicato 1 anno fa

Si sono concluse questa mattina le arringhe degli avvocati della difesa degli imputati coinvolti nell’inchiesta Condor, l’operazione che lo scorso anno fece luce sulla riorganizzazione di Cosa nostra e Stidda nella parte orientale della provincia di Agrigento. Gli ultimi ad aver discusso sono stati gli avvocati Santo Lucia, Giuseppe Vinciguerra e Rosario Prudenti che hanno così chiuso il giro di udienze dedicate alle arringhe difensive. Il processo, in corso col rito abbreviato davanti il gup del tribunale di Palermo Ivana Vassallo, riprenderà il prossimo 1 febbraio per il suo atto conclusivo: la sentenza. 

Undici gli imputati in questo stralcio processuale. Il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Claudio Camilleri, ha chiesto la condanna per tutti con pene complessive pari a quasi un secolo di carcere. Nello specifico: Giuseppe Chiazza (20 anni); Nicola Ribisi (20 anni); Domenico Lombardo (12 anni); Luigi Montana (4 anni); Giuseppe Sicilia (10 anni); Luigi Pitruzzella (8 anni); Baldo Carapezza (8 anni); Rosario Patti (6 anni e 1 mese); Francesco Centineo (6 anni); Ignazio Sicilia (4 anni). A loro si è aggiunto Giovanni Cibaldi, 35 anni, di Licata. Altri due imputati – Salvatore Curto, di Canicattì, e Salvatore Galvano, di Agrigento – hanno scelto il rito ordinario e il processo a loro carico comincerà il prossimo 11 marzo davanti i giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento presieduta da Alfonso Malato. Prosciolti dalle accuse, invece, Francesco Genova, 43 anni, di Palermo, e Pasquale Alaimo, 54 anni, di Favara. Quest’ultimo, condannato in passato a 13 anni di reclusione nell’operazione “Camaleonte”, era accusato di aver violato in più di venti occasioni tra il 2019 ed il 2020 la misura di prevenzione della sorveglianza speciale

Le accuse – a vario titolo – sono associazione di tipo mafioso, estorsione, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. L’operazione – coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ed eseguita dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Agrigento – è scattata nel gennaio scorso quando furono arrestate 9 persone. L’indagine ha puntato i riflettori sul riassetto delle famiglie mafiose di Cosa nostra e della Stidda nella parte orientale della provincia di Agrigento e, in particolare, tra Favara, Palma di Montechiaro, Licata e Canicattì. I militari dell’Arma, durante le indagini, hanno raccolto importanti indizi sul controllo delle attività economiche nel territorio di Palma di Montechiaro, con riferimento al settore degli apparecchi da gioco e delle mediazioni per la vendita dell’uva (le cosiddette sensalie), e delle  “messe a posto” a Favara con danneggiamenti a seguito di incendio. 

Nel collegio difensivo gli avvocati Salvatore Cusumano, Giuseppe Barba, Santo Lucia, Giuseppe Vinciguerra, Salvatore Manganello, Salvatore Di Caro, Diego Giarratana, Daniela Posante, Antonella Arcieri e Rosario Prudenti. 

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