Inchiesta Zefiro, cocaina “pescata” nel mare di Lampedusa: 4 misure cautelari
I carabinieri hanno eseguito 4 misure cautelari nell'ambito di un'inchiesta antidroga a Lampedusa
Nuovo capitolo dell’inchiesta Zefiro, l’operazione che la scorsa estate ha ridisegnato le rotte di cocaina nel mare di Lampedusa facendo luce su un vasto traffico di droga nella più grande delle Pelagie. I carabinieri del Comando provinciale di Agrigento hanno eseguito nelle scorse ore quattro misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati. Si tratta di Antonino Di Maggio, Vincenzo Lo Verde, Giovanni Blandina e Vincenzo Barbera. Per uno di loro si sono aperte le porte del carcere, due sono finiti ai domiciliari mentre per un quarto è stato imposto l’obbligo di dimora. Gli indagati hanno nominato quali difensori gli avvocati Vincenzo Caponnetto, Fabio Quattrocchi e Salvatore Tirinnocchi. La vicenda è legata all’operazione Zefiro che lo scorso luglio portò al fermo di 11 persone. Provvedimento che sei mesi fa non venne convalidato dal Gip di Agrigento che dispose la scarcerazione di tutte le persone coinvolte. Il giudice, pur riconoscendo la bontà dell’impianto accusatorio e “i gravi indizi di colpevolezza in relazione alla posizione di ciascuno degli indagati”, decise una misura cautelare meno afflittiva alla luce dell’esclusione di un pericolo di fuga e del tempo trascorso dai fatti contestati.
La procura di Agrigento, guidata dal procuratore capo Giovanni Di Leo, ha così impugnato avanti il Tribunale della libertà, il provvedimento da cui scaturiscono le odierne misure cautelari che sono state decise dalla Suprema corte dopo aver rigettato il ricorso degli indagati. L’inchiesta Zefiro è la naturale prosecuzione dell’attività investigativa “Levante” che lo scorso anno portò al fermo di altrettante persone. L’inchiesta non soltanto ha ridisegnato la centralità di Lampedusa sulla mappa del traffico di cocaina ma ha svelato anche il ruolo di alcuni pescherecci che, oltre a pescare gamberi, hanno portato sulla terra ferma chili e chili di polvere bianca. E l’attività investigativa, che già aveva già registrato lo scorso anno un sussulto con il sequestro di venticinque panetti di cocaina, non si è fermata. Anzi, è proseguita arricchendosi di ulteriori nuovi elementi. A partire dal quantitativo di droga rinvenuto in mare. Non uno ma ben due carichi, per un peso complessivo di quasi 200kg, pescati in acqua. Non uno ma ben quattro indagati che hanno deciso di collaborare e fornire indicazioni utili sul vasto traffico di stupefacenti. Tra questi uno dei membri dell’equipaggio del peschereccio “Nuovo Vincenzo Padre”, l’imbarcazione che a fine giugno dello scorso anno ritrovò durante una battuta di pesca ben 57 panetti di cocaina alla Secca di Levante, zona a sud di Lampedusa.