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“Appalti e mazzette”, Polizia “visita” l’Ufficio tecnico del Comune di Licata: acquisiti atti

Non risulta confermatala notizia secondo la quale proprio oggi sarebbero stati sottoposti ad interrogatorio alcuni assessori comunali. La smentita arriva direttamente dal sindaco Angelo Balsamo

Pubblicato 3 ore fa

Le indagini proseguono a tamburo battente. I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, agli ordini del vicequestore Vincenzo Perta, si sono presentati questa mattina nella sede dell’Ufficio tecnico del Comune di Licata – Dipartimento Lavori pubblici – di Via Giarretta, per acquisire numerosi atti che, secondo il giudizio della Procura di Agrigento potrebbero essere utili per svelare le dinamiche spesso non trasparenti, di affidamento degli appalti .

Alle operazioni di acquisizione atti ha presenziato anche il segretario generale del Comune, Caterina Moricca.

L’attività rientra nell’ormai nota inchiesta – convenzionalmente denominata “Appalti e mazzette” – che ipotizza un sistema in grado di pilotare le gare pubbliche attraverso tangenti e corruzione. La presenza degli agenti non è certamente passata inosservata. La Polizia ha acquisito fascicolo dall’Ufficio guidato a lungo dall’architetto Sebastiano Alesci, ormai ex capo dell’Utc, ritenuto dalla Procura di Agrigento il promotore (insieme all’ex assessore regionale Di Mauro) di una presunta associazione a delinquere.

Il Comune di Licata, come abbiamo raccontato in queste settimane, è centrale nell’inchiesta coordinata dal procuratore capo Giovanni Di Leo. Tra gli indagati, oltre ad imprenditori e consiglieri comunali, vi è anche lo stesso sindaco Angelo Balsamo. Nelle scorse ore, invece, è stata raggiunta dalla misura cautelare dell’obbligo di dimora l’assessore Maria Sitibondo che poco dopo ha rassegnato le dimissioni dalla carica pur rimanendo in consiglio comunale. L’ormai ex assessore al turismo e allo sport risulta indagata, proprio in concorso con Alesci, per concussione. La vicenda è legata alla realizzazione di un resort di lusso a Licata e, secondo l’ipotesi accusatoria, i due avrebbero fatto “pressioni” per far lavorare in subappalto imprese ritenute vicine. Le indagini, come detto, proseguono senza sosta nonostante negli scorsi giorni il Tribunale del Riesame abbia stabilito (per alcune contestazioni) l’incompetenza territoriale di Agrigento in favore di Palermo.

Non risulta confermata la notizia secondo la quale proprio oggi sarebbero stati sottoposti ad interrogatorio alcuni assessori comunali. A tal proposito, si registra una presa di posizione del sindaco di Licata, Angelo Balsamo che afferma: “Nessuno degli assessori della mia Giunta è stato sentito – le parole del Sindaco – Si sta (consapevoli di farlo) portando avanti una campagna diffamatoria che danneggia notevolmente la Città di Licata. È evidente che agiremo nelle sedi opportune a tutela della immagine della Città di Licata”.

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