Caltabellotta

Caltabellotta, al via il progetto di valorizzazione turistica raccontato dai suoi abitanti

Giovani e anziani sono i protagonisti del progetto presentato oggi a Palermo

Pubblicato 2 ore fa

 Un borgo dove si vive bene e a lungo. Una terra così speciale da essere stata recentemente riconosciuta come una Blue zone emergente, ovvero uno dei luoghi al mondo che custodiscono il segreto della longevità, perché l’aspettativa di vita è più alta. Il progetto di valorizzazione turistica di Caltabellotta, paese di 3500 abitanti arroccato a quasi mille metri di altitudine, nasce con il contributo di tutta la comunità, a partire dai bambini che sono protagonisti del video presentato oggi al Politeama di Palermo, presenti il sindaco Biagio Marciante e Alessandro La Grassa, direttore del Gal Belice che ha finanziato l’iniziativa nell’ambito degli interventi di promozione turistico-culturale di qualità sostenuti con fondi del Piano di sviluppo rurale 2014/2022.

È la comunità intera a guidare la scoperta del borgo montano del Belice circondato dagli uliveti, perfino nella scelta del nuovo logo che sarà votato, tra i due finalisti, dagli alunni delle scuole elementari e medie e dagli anziani del paese. Un progetto di marketing partecipato dalla comunità: dal fabbro di 98 anni che non se n’è mai andato allo scultore che ha scelto tornare, dai giovani che sognano in grande alla nonnina che racconta le feste religiose.

Sono loro a essere i protagonisti del progetto di comunicazione realizzato dalla società Porta Felice con la collaborazione della Fondazione Le Vie dei Tesori, un progetto che passa dalla realizzazione del video e dei reel firmati da Guglielmo Gagliano Candela, dalla campagna fotografica di Tullio Puglia, contributor Getty Image, e dalla prossima realizzazione del portale visitcaltabellotta.com, una piattaforma dove si potrà fruire di tutte le esperienze che si possono fare sul territorio.

“Visit Caltabellotta racchiude l’anima, la storia e la bellezza del nostro territorio – dice il sindaco Biagio Marciante –  il biglietto da visita nato dalla passione di una comunità intera. Non solo una strategia di promozione turistica, ma anche un gesto di profonda responsabilità culturale e sociale. Raccontare l’identità di Caltabellotta significa custodire e rilanciare le nostre tradizioni, far conoscere un paesaggio unico, ma anche proiettarci verso il futuro. Visit Caltabellotta è un esempio virtuoso di come una comunità possa unirsi e fare squadra per dare valore al proprio patrimonio”. 

Nel Belice stiamo cercando di valorizzare queste “capitali”, penso a Gibellina capitale dell’arte contemporanea, a Menfi capitale del vino. Caltabellotta potrebbe diventare la “capitale del vivere bene” e quindi si inserisce perfettamente nel nostro progetto di attrazione per chi sceglie di venire, o tornare  a vivere qui” dice Alessandro La Grassa, direttore del Gal Belice.

Per dirla con il professor Calogero Caruso del dipartimento di Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica dell’Università di Palermo, “Caltabellotta rappresenta un laboratorio naturale di longevità, offrendo prove convincenti di come fattori ambientali, alimentazione, livelli di stress e abitudini di vita possano influenzare profondamente il processo di invecchiamento. Sebbene la predisposizione genetica abbia un ruolo, sono soprattutto lo stile di vita, l’ambiente in cui si vive, l’aria che si respira, il tipo di alimenti consumati e le relazioni sociali a determinare il nostro stato di salute nel tempo”. Conclude Marcello Barbaro, giornalista e amministratore di Porta Felice: “Abbiamo voluto costruire un racconto corale, convinti come siamo che lo sviluppo turistico non arrivi all’alto ma parta dalla condivisione di un progetto con tutti gli attori di un territorio e passi dalla costruzione di una comunità ospitante”.

Ma è tutta Caltabellotta a essere pronta per essere scoperta: con l’eremo che pare un nido d’aquila, la cattedrale arabo normanna, il castello dei conti Luna, la frazione di Sant’Anna con il santuario di Montevergine e la chiesetta di Santa Maria del Fervore; il museo civico con le trentadue opere donate dallo scultore Salvatore Rizzuti e la sezione archeologica da cui arrivano alcuni reperti dell’area di Gulea San Benedetto. E poi il cibo: a partire dal profumato olio di Biancolilla, poi i formaggi, la ricotta, la dolce cubata di mandorle e miele, e tutti i piatti della tradizione.

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