Lo scontro a Sciacca riapre le ferite del Pd provinciale
Scontro tra aree nel partito dopo la cacciata degli assessori in quota Catanzaro operata dal sindaco Termine
Il fatto è, teoricamente, solo locale. Ma alla fine guarda ad un’intera provincia e a ferite mai sanate.
La revoca degli assessori Pd della giunta saccense di Fabio Termine, infatti, oltre ad aver rispolverato e per molti versi reso palese ai più lo scontro tra due aree (quella che fa capo a Giovanna Iacono e l’altra a Michele Catanzaro) ha messo in luce le tante cose irrisolte del partito.
Poco prima delle “dimissioni” forzate di Valeria Gulotta, Simone Di Paola e Alessandro Curreri era stata la parlamentare Dem Iacono a chiedere “senso di responsabilità”, ma il primo intervento nel merito dopo il taglio è stato il segretario provinciale Francesco Cacciatore, che ha prima rivendicato di aver lavorato per “la ricomposizione del quadro politico amministrativo della Città di Sciacca” e poi definito la revoca “un provvedimento intempestivo” e un “epilogo triste che ci rassegna uno scenario mortificante di profondo disagio politico”.
“In un’alleanza di problemi ce ne possono essere sempre – diceva il sindaco di Santo Stefano Quisquina – ma vanno affrontati e discussi nell’assoluto rispetto dei ruoli e dell’autonomia politca dei territori intesi quali spazi di confronto democratici e decisionali evitando ingerenze da figure apicali del nostro partito che per il prestigio del ruolo ricoperto dovrebbero sentire la responsabilita di introdurre elementi di distensione nell’ottica di favorire il dialogo. Non crediamo possa sfuggire ad alcuno quanto sia indispensabile – continuava Cacciatore -, per fronteggiare le sfide che la durezza dei tempi ci impone, di provare a ritrovare un nuova coesione del Pd e della maggioranza, un rinnovato slancio per affrontare con efficacia e responsabilità le questioni fondamentali per la vita della città”.
Una posizione che ha stimolato una risposta netta e poco “pacifica” di una porzione dei Dem, quella di Pd Open, che parla di un partito “ostaggio dei rinvii e dei ricorsi, di Cacciatore”, che dovrebbe porsi, dicono “come il segretario di tutte e di tutti, non come il segretario di qualcuno”. Il riferimento ai ricorsi è chiaramente connesso all’attuale situazione in cui Cacciatore è stato eletto nella segreteria provinciale ma attende ancora la proclamazione a causa di problemi interni anche alla sua stessa maggioranza ma soprattutto per un ricorso presentato alla commissione nazionale di garanzia contro la presenza nell’assemblea provinciale dei componenti dell’assemblea regionale (tutti di area Schlein)
“Senza entrare nel merito delle vicende amministrative che hanno portato Termine a revocare tre assessori, dopo una pubblica sfiducia nei suoi confronti, riteniamo tuttavia che l’intervento di Francesco Cacciatore, segretario provinciale in attesa di proclamazione, non sia stato consono al ruolo di segretario provinciale – dicono ancora da Pd Open- . È evidente che lo stallo giova a qualcuno, ma non certo al PD. Poiché Cacciatore continua a esitare nel ritirare i ricorsi e nel procedere all’insediamento – permettendo agli azionisti di maggioranza di continuare con lo stallo per trattare destini personali – gli chiediamo di raccordarsi con la segreteria regionale e contribuire a un percorso unitario che rafforzi il PD di Sciacca e l’intero campo progressista a sostegno del sindaco Fabio Termine, a tutela delle cittadine e dei cittadini saccensi. È ancora in tempo per farlo, e farlo bene: con equilibrio, imparzialità e senza sentirsi gravato da obblighi di gratitudine da restituire”.


