Agrigento

La Consulta e le associazioni ad Aica: “Violato statuto”

Le associazioni che compongono la Consulta chiedono un incontro con il prefetto di Agrigento per ristabilire la situazione

Pubblicato 3 ore fa

Siamo costretti nostro malgrado a tornare a chiedere un incontro a Sua Eccellenza il Prefetto, in
quanto troppe notizie non corrispondenti al vero sono state dette e pubblicate sulla questione Consulta e requisiti delle associazioni, gravissime accuse al limite della diffamazione e fantasiose ricostruzioni non possono essere ulteriormente tollerate”.
Esordiscono cosi le associazioni che compongono la Consulta di Aica in una nota inviata al Prefetto di Agrigento Salvatore Caccamo, alla Presidente del Cda di Aica, Danila Nobile, al Presidente di ATI dott. Giovanni Cirillo e al Presidente dell’Assemblea dei Soci di AICA dott. Salvatore Di Bennardo. “Chi continua a mettere in dubbio i requisiti delle associazioni che hanno costituito la Consulta dovrebbe sapere che il processo pubblico di selezione delle associazioni e di avvio della Consulta nel giugno del 2022 è avvenuto con un bando pubblico preparato dal C.D.A. di allora presieduto dallo ing. Castaldi. La selezione delle associazioni che hanno partecipato al bando è avvenuta con istruttoria in possesso di AICA, i verbali del CDA e della convocazione della Consulta testimoniano
come i requisiti delle singole associazioni siano stati vagliati in maniera puntigliosa e imparziale ed
è stato chiesto addirittura un supplemento di documentazione per alcune di esse. Tali requisiti stabiliti dal bando dovevano dimostrare la partecipazione delle singole associazioni alla battaglia per la
ripubblicizzazione del servizio, essi sono quindi requisiti storici, riferiti a fatti accaduti prima dell’avvio di AICA e dunque storicamente validi. L’aver richiesto alle associazioni l’invio della stessa
documentazione in possesso dell’azienda che ha svolto l’istruttoria è un atto illegittimo quanto inutile, teso solo ad inasprire i rapporti tra organi statutari. Rapporti che la Consulta
, si legge nella nota, con due richieste di incontro indirizzate ai vertici di AICA, avrebbe voluto avviare in condizioni migliori di quanto non lo fossero, nonostante la netta impressione della mancanza di requisiti dei membri del neo nominato
CDA. Illegittima è la richiesta di documentazione per la verifica di requisiti storici (conosciuti da molti
sindaci che hanno partecipato alla battaglia per la ripubblicizzazione), altrettanto illegittima l’estromissione (che si potrebbe solo qualificare come una vendetta politica, ma da parte di chi? E per che
cosa?), avvenuta su presupposti inesistenti, delle scriventi Associazioni per il relativo ri-avvio di
una “nuova” Consulta con modalità semplicemente estranee allo Statuto di AICA e allo stato di diritto.
Certo è che vi è stato un abuso del buon nome di queste associazioni scriventi che da quando la
Consulta è stata avviata, hanno giocato un ruolo estremamente scomodo nei confronti degli organi
politici e gestionali di questa Società che gestisce il servizio idrico in provincia.

Per quanto sopra rappresentato si torna a chiedere un incontro urgente con Sua Eccellenza, per il rispetto delle norme statutarie di AICA e delle competenze spettanti agli organi gestionali e sociali
della Società in parola, essendo essa, inutile sottolinearlo, un’AZIENDA SPECIALE PUBBLICA.
SI CHIEDE AL C.D.A DI AICA di annullare in autotutela il provvedimento di esclusione delle scriventi Associazioni, che qui si contesta, evitando inutili controversie giudiziarie”.

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