Palermo

Sequestrati 700 chili di corallo rosso, tre pescatori denunciati per ricettazione e commercio illegale 

Se immesso sul mercato all’ingrosso, avrebbe maturato ingiusti profitti per circa 500 mila euro

Pubblicato 8 ore fa

La Guardia di Finanza, grazie alla sinergia tra il Reparto Operativo Aeronavale di Palermo ed il Gruppo Esplorazione Aeromarittima di Pratica di Mare, ha condotto un importante operazione in mare che ha consentito di individuare il traffico illegale di un ingente quantitativo di Corallo Rubrum.

Un aereo delle fiamme gialle, facente parte del dispositivo generale posto a tutela dei confini doganali europei e degli interessi giuridici nazionali, ha individuato e segnalato alle unità navali del Corpo in servizio di polizia, un “target” di interesse che solcava a velocità sostenuta il canale di Sicilia con direzione verso le coste del trapanese e, quindi, sospettato di effettuare possibili traffici illeciti provenienti dalle coste magrebine.

Il Guardacoste ha prontamente intrapreso la rotta di intercetto e, in acque territoriali al largo dell’isola di Marettimo, ha sottoposto a controllo l’imbarcazione da diporto di 10 metri con tre persone a bordo residenti nel trapanese.

I finanzieri, insospettiti dal comportamento degli occupanti dell’unità navale, hanno effettuato un’ispezione sommaria dei locali interni rinvenendo un considerevole numero di colli, opportunamente confezionati e sigillati al cui interno era costudito un carico di corallo rosso del mediterraneo, per il quale i tre soggetti non sono stati in grado di esibire alcuna documentazione commerciale inerente la provenienza.

I 22 colli, contenenti oltre 700 chilogrammi della preziosa risorsa marina il cui prelievo è rigidamente limitato a specifici periodi dell’anno, a determinate distanze e profondità e consentito esclusivamente ai possessori di specifica licenza di pesca e cattura, è stato sottoposto a sequestro ed i soggetti presenti a bordo, segnalati all’Autorità giudiziaria per il reato di ricettazione e contrabbando.

Il natante utilizzato per l’illecito traffico è stato posto a disposizione della Procura della Repubblica competente, sotto il cui coordinamento sono in corso le indagine per l’individuazione di ulteriori indizi volti a disvelare l’intera rete del commercio illegale del prodotto che, se immesso sul mercato all’ingrosso, avrebbe maturato ingiusti profitti per circa 500 mila euro.

I tre responsabili, segnalati all’Autorità Giudiziaria, sono da ritenersi presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.

L’operazione condotta dalle “fiamme gialle del mare”, rappresenta un insostituibile presidio di sicurezza economica e finanziaria per il Paese, a salvaguardia dell’economia legale e del corretto funzionamento dei mercati in quanto il contrasto alle frodi doganali è fondamentale per preservare le risorse del bilancio dell’Unione europea e dello Stato, per salvaguardare gli operatori economici onesti dalla concorrenza sleale di quelle imprese che introducono nel mercato prodotti a prezzi inferiori, perché immessi nel territorio nazionale in evasione dei dazi.

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