Agrigento

Debito di Aica con Siciliacque, da fine novembre si rischia una nuova emergenza idrica

Il sovrambito è preoccupato per il crescere del debito: o saranno pagate le fatture o acqua ridotta dal 21 novembre

Pubblicato 1 ora fa

Alla fine le rassicurazioni e la caccia aperta a chi avrebbe avuto la colpa di informare la stampa di quanto stava avvenendo – con atti che erano però già pubblici – sono serviti a poco e la gestione del servizio idrico in provincia rischia di andare verso una fase mai vista prima.

A partire dal prossimo 21 di novembre infatti Siciliacque è pronta a ridurre la quantità di acqua fornita alla provincia di Agrigento ai limiti minimi previsti dalla normativa, cioè 50 litri per abitante, quantità ritenuta minima indispensabile per il soddisfacimento dei bisogni essenziali alimentari, igienico sanitari e di tutela della salute.

Un taglio drastico cui il sovrambito pare che sia giunto a causa – a loro parere – della condotta di Aica e del crescere senza limite del debito che la consortile ha accumulato di oltre 22 milioni e mezzo di euro. Certamente un peso hanno avuto i tentativi, andati a vuoto, di trovare un accordo economico sul debito che è già al centro di un decreto ingiuntivo. Questa esposizione metterebbe a rischio, secondo il sovrambito, la tenuta della società pubblico-privata.

Da qui, da quanto si apprende, la decisione di un “aut aut” al quale la società agrigentina sta rispondendo, a quanto pare, con una nuova lunga lettera alla Regione e a vari organismi statali (dalla Questura alla Procura passando dalla Prefettura dai Carabinieri), paventando il fatto che Siciliacque si stia rendendo responsabile di interruzione di un servizio pubblico. Le richieste sarebbero di provvedere al commissariamento del sovrambito e ad agire per contestare loro una condotta fuori legge, in considerazione del fatto che, comunque, pagare integralmente il debito metterebbe in ginocchio in modo irreversibile Aica.

Di “carte” però non ne circolano: tutto sembra affidato al momento al “si dice”, ai “parrebbe”. Persino i sindaci, al momento, paiono totalmente ignari di quanto sta avvenendo per quanto di tutto siano informati, come è normale, il presidente dell’assemblea di Aica e il presidente di Ati perchè pare (ma appunto solo pare) che anche loro abbiano firmato la lettera. E’ verosimile che la questione sarà posta sul tavolo di oggi nel corso di un incontro allargato alla presenza di primi cittadini e deputazione.

Un momento di confronto che serve per trovare soluzioni straordinarie per un momento di certo critico. Intanto, bocche cucite e dita incrociate.

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