Inchiesta “Kerkent”, empedoclino lascia il carcere e va ai domiciliari
Il 34enne, coinvolto nell’inchiesta sul clan guidato dal boss Massimino, è stato condannato in via definitiva a 9 anni e 2 mesi di reclusione
Il magistrato di Sorveglianza di Agrigento, accogliendo l’istanza dell’avvocato Salvatore Butera, ha sostituito la misura cautelare della custodia in carcere con quella meno afflittiva della detenzione domiciliare nei confronti di Marco Davide Clemente, 34 anni, di Porto Empedocle.
L’uomo è stato condannato in via definitiva a 9 anni e 2 mesi di reclusione nell’ambito della maxi inchiesta Kerkent, l’operazione della Dia che smantellò il clan guidato dal boss Antonio Massimino. L’Ufficio di Sorveglianza ha dunque concesso il beneficio dell’espiazione delle pena residua presso il proprio domicilio in ragione dell’avvenuta espiazione della quota di pena riferibile al reato ostativo.




