Giudiziaria

Si appropria di fondi destinati all’Università, sequestrati 1.6 milioni all’ex rettore Cuzzocrea

L'indagine ha consentito di svelare un sofisticato meccanismo, attraverso il quale l'ex rettore si sarebbe appropriato, indebitamente, di fondi destinati alla ricerca scientifica dell'Università

Pubblicato 9 minuti fa



 I soldi per la ricerca utilizzati per viaggi, cavalli e la propria azienda agricola. Scatta il sequestro di beni per un milione e 600 mila euro a carico dell’ex rettore di Messina, Salvatore Cuzzocrea, e di ulteriori 860 mila euro con un altro provvedimento. La decisione del gip e’ stata eseguita dalla Guardia di finanza, sulla base delle indagini coordinate dalla procura della citta’ dello Stretto che avrebbero disvelato un sofisticato meccanismo attraverso il quale l’ex rettore si sarebbe appropriato fondi destinati alla ricerca scientifica dell’universita’. Contestate diverse ipotesi di peculato, in quanto, nella qualita’ di pubblico ufficiale e responsabile scientifico di numerosi progetti di ricerca affidati, da enti privati o finanziati da enti Pubblici, al Dipartimento ChiBioFaram dell’ateneo, si sarebbe appropriato di ingenti somme di denaro, utilizzando, a fini di rimborso spese, documentazione contabile artefatta, gonfiata o non inerente ai progetti di ricerca scientifica, formalmente condotti nel quadriennio 2019-2023. Contestualmente, la procura di Messina ha proceduto, con separato provvedimento, al sequestro preventivo, adottato in via di urgenza, di oltre 860 mila euro, con riferimento a ulteriori somme di denaro, di cui lo stesso Cuzzocrea si sarebbe appropriato, in ragione del proprio ufficio, avendo distratto a vantaggio di un’azienda agricola a lui riferibile, beni e servizi, in realta’ destinati all’Universita’ e acquisiti con procedure di affidamento diretto gestite dall’Universita’. Anche in riferimento a tale sequestro, sono state contestate svariate ipotesi di peculato.

Le indagini, coordinate dai magistrati del Dipartimento specializzato in reati contro la pubblica amministrazione e delegate al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Messina, avevano preso l’avvio a seguito di diversi esposti presentati da un membro del Senato accademico, su presunte irregolarita’, in sede di rimborsi spese nell’ambito dell’attivita’ di ricerca svolta dallo stesso ex rettore. Le complesse attivita’ di indagine hanno riguardato l’acquisizione di documentazione, comprensiva delle istanze di rimborso, dei giustificativi di spesa, dei mandati di pagamento effettuati dal Dipartimento di ChiBioFarAm a favore dell’ex rettore, dal 2019 al 2023, distribuiti su circa venti progetti di ricerca scientifica, dei quali era il responsabile scientifico. Fra le varie irregolarita’ riscontrate, la presentazione di scontrini fiscali relativi ad acquisti effettuati, prevalentemente, per spese personali; la richiesta di rimborso di missioni effettuate, asseritamente, per attivita’ di ricerca, ma risultate coincidenti con la presenza dell’ex rettore a eventi ippici. E’ emerso, quanto ai rimborsi giustificati tramite la presentazione di scontrini fiscali, che gli acquisti riguardavano materiali non afferenti alle attivita’ di ricerca (materiale elettrico, idraulico ed edile), destinati all’azienda agricola riconducibile a Cuzzocrea. Attivati anche gli strumenti della cooperazione giudiziaria internazionale, per approfondimenti su fatture provenienti da aziende estere; alcuni documenti contabili, riconducibili ad aziende internazionali, avevano sollevato seri dubbi circa l’autenticita’ delle fatture poste a sostegno delle richieste di rimborso. Sono state, dunque, avanzate richieste di rogatoria internazionale, evase dalle autorita’ giudiziarie, svizzera, statunitense e inglese, che hanno consentito di documentare i raggiri contabili operati sulle fatture, essendo stata rilevata, persino, l’alterazione di alcuni documenti, consentendo cosi’ di dimostrare l’avvenuto pagamento, in taluni casi, effettuato da soggetti diversi dal richiedente. Un’altra delle voci di spesa consistente e’ risultata connessa all’effettuazione di autodichiarate missioni per conto dell’ateneo: anche in tale caso, e’ emerso che una quota significativa dei rimborsi richiesti, a fronte di missioni, riguardava spese di viaggio, vitto e alloggio, sostenute dall’ex rettore e, in alcuni casi, da ulteriori suoi ospiti, in localita’ coincidenti con quelle presso cui erano stati disputati concorsi ippici, ai quali lo stesso rettore e’ risultato aver preso parte.

In tale contesto, sono state, inoltre, ricostruite le richieste di rimborso, puntualmente fatturate relative a servizi fotografici, riguardanti, contrariamente a quanto rappresentato, documentazione fotografica di eventi ippici, dunque non inerenti all’attivita’ di ricerca. Infine, dalla dettagliata disamina dei movimenti di conto corrente, sono emersi insoliti accreditamenti, derivanti da bonifici bancari aventi quale beneficiario l’ex rettore, per un totale di ben 210 mila euro ordinati da numerosi ricercatori, facenti parte del gruppo di ricerca del Dipartimento di ChioBioFarAm, con varie causali, quali, fra le altre, il rimborso per acquisto di materiale di laboratorio e manutenzione impianti, ovvero di anticipo spese di laboratorio. Le attivita’ di indagine hanno permesso, allo stato, di escludere che vi sia stata l’anticipazione di spese per l’acquisto di materiali utili alla ricerca, da parte dei ricercatori, a causa della non riferibilita’, ai medesimi ricercatori, delle firme di presentazione delle istanze di rimborso, nonostante esse fossero state avanzate a loro nome. Un secondo e complementare filone investigativo – che attiene al sequestro preventivo di urgenza disposto dal pubblico ministero – scaturisce dalla trasmissione all’autorita’ giudiziaria, da parte degli attuali vertici dell’ateneo di Messina, degli esiti della verifica ordinata dalla Commissione audit straordinaria incaricata, dal direttore generale dello stesso ateneo di effettuare le verifiche relative alla legittimita’ di 61 decreti di pagamento emessi dal Dipartimento ChioBioFarAm (Dipartimento di Scienze Chimiche, Biologiche, Farmaceutiche e Ambientali dell’Universita’ di Messina). Il disposto controllo interno era volto a verificare la conformita’, alle norme vigenti, delle procedure di affidamento diretto da parte del Dipartimento ChiBioFaram, tra il 24 gennaio 2023 e l’11 ottobre 2023, a societa’ private, ossia a imprenditori individuali, di contratti di fornitura di beni e servizi; anche in tale caso i beni e servizi sarebbero stati forniti, solo formalmente, all’Universita’ per finanziare progetti di ricerca, essendo stati, in realta’ distratti, a opera dell’ex rettore, a beneficio dell’azienda agricola a lui riferibile (Divaga Societa’ agricola srl): le attivita’ investigative hanno permesso di ricostruire le condotte illegali dell’ex rettore, consistite nel proporre la stipula di contratti di affidamento per la erogazione di fondi destinati a finanziare progetti di ricerca universitari di cui era il responsabile scientifico, fondi che il medesimo ex rettore avrebbe distratto, per fini privati, destinandoli, prevalentemente, alla costruzione di un’importante struttura per attivita’ equestri (numerosi campi da equitazione e box ricovero di cavalli), facente capo alla societa’ agricola a lui riferibile.

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