Magna Via Francigena, ad Agrigento pellegrini accolti da rifiuti e cattivo odore: la testimonianza
La testimonianza della travel blogger Federica Miceli
“È stata un’emozione fortissima per me scoprire una parte di Sicilia a me sconosciuta. Una Sicilia selvaggia e aspra a volte, ma dall’accoglienza calorosa e dalla smisurata voglia di farsi conoscere. Ovviamente il momento dell’arrivo è il più carico di emozione. Un passo dopo l’altro si arriva alla fine, superando fatica e imprevisti, con un bagaglio sulla schiena ancora più pesante perché ricco delle esperienze vissute. Mi è dispiaciuto molto che ad accogliermi all’agognata meta ci sia stata immondizia e cattivo odore, immagini spiacevoli che non avevo mai visto durante i miei 9 giorni di Cammino. Una città bella e vivace come Agrigento non si merita questa presentazione!”
Così la travel blogger Federica Miceli che insieme ad altri pellegrini hanno effettuato il percorso della Magna Via Francigena, 180 chilometri tra Palermo e Agrigento, attraversando tutta la Sicilia da un mare all’altro, in 9 tappe, tra campi e trazzere, strade sterrate e in parte su asfaltate a bassa percorrenza. Solo l’uscita da Palermo e l’arrivo ad Agrigento sono condizionate dalla presenza consistente di asfalto e macchine.
“La Magna Via Francigena di Sicilia è un’esperienza che ti cambia, si vive in un microcosmo regolato da leggi che sfuggono a ciò a cui siamo abituati. Ogni giorno i tuoi obiettivi primari diventano bere, mangiare, ripararti e riposarti, tutto il resto passa in secondo piano. Se a condire questo stile di vita quasi primordiale ci sono i sorrisi e i racconti delle persone che incontri lungo la via, tutto assume una sfumatura ancora più forte. Si vive di piccoli gradi traguardi, sfidi te stesso/a e i limiti che pensavi di avere, perché anche quando la tua testa ti dice “non ce la faccio più”, il tuo corpo ti dimostra che sí, ce la fai! La meta passa in secondo piano perché il punto è il percorso che stai facendo e le sensazioni che stai sperimentando. Come la vita, come la musica: l’obiettivo di una sinfonia non è arrivare alla fine, ma suonarla,” conclude Federica raccontando della sua esperienza.