Agrigento

Migranti, il procuratore Di Leo: “Ascoltare sempre chi sbarca”

Lo ha detto il procuratore di Agrigento, Giovanni Di Leo, intervenendo al teatro Pirandello durante una convention sul tema della tratta di esseri umani

Pubblicato 1 settimana fa

“Ci sono migranti che lavorano nella ristorazione e nell’agricoltura con retribuzioni da fame e senza alcun tipo di assistenza. Ci si approfitta del loro stato di bisogno. Se non riescono a non guadagnare i soldi per vivere, cosa saranno costretti a fare? O delinquono o cercano una forma di attivita’ lavorativa. Della prima possiamo farcene carico, ma la seconda non e’ nient’altro che una portata della nostra societa’”. Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Agrigento, Giovanni Di Leo, intervenendo al teatro Pirandello durante una convention organizzata dalla prefettura sul tema della tratta di esseri umani e dell’immigrazione clandestina. Di Leo ha aggiunto: “Queste persone non sono in grado di difendersi perche’ non possono denunciare in quanto irregolari. Ed e’ gente che lavora in maniera sproporzionata in quantita’ e qualita’. Tre euro l’ora per 12 ore in una serra”. 

“Le tragiche storie di chi sbarca sulle coste siciliane, dopo un viaggio in cui si rischia la morte, vanno ascoltate, sempre. Bisogna farlo per comprendere il coraggio e la disperazione di chi si mette su un barcone sfidando il mare, che sa essere tremendo e letale, per ottenere una flebile speranza di vita, se cosi’ si puo’ chiamare”. Sono le parole del procuratore di Agrigento, Giovanni Di Leo, alla convention sui migranti organizzata dalla prefettura al teatro Pirandello. “Assistenti sociali e mediatori culturali – ha aggiunto – sono destinati a essere risorse essenziali per una delle sfide piu’ grandi. Deve essere un ascolto attento, qualificato e completo. Lo straniero – ha spiegato – e’ vittima di reato in quanto essere umano e i reati che prevedono uno sfruttamento della persona sono oggettivamente piu’ facili da commettere nei confronti di soggetti in condizioni di irregolarita’”. Di Leo ha aggiunto: “Sembra incredibile scoprire che vengono fatti giuramenti su immagini sacre con sangue della gallina sgozzata che vengono poi bruciate sul palmo della mano. Giuramenti che hanno effetti sulla mente di queste persone prive di forme di educazione: prede perfette per lo sfruttamento”.

“Anni fa ci fu il riconoscimento, in tre casi, del reato di riduzione in schiavitu’ per altrettante ragazze nigeriane fatte arrivare in Italia clandestinamente per essere destinate alla prostituzione. La riduzione di soggezione a cui queste ragazze sono state sottoposte si configuro’ mediante violenza fisica, ma anche mediante l’uso dei riti vudu’ che comportavano il rischio di ritorsioni verso l’incolumita’ delle famiglie d’origine per la violazione del giuramento prestato”. Il procuratore della Repubblica di Agrigento, Giovanni Di Leo, intervenendo a una convention sulla tratta di esseri umani, organizzata al teatro Pirandello dalla prefettura, ha aggiunto: “C’e’ chi mette a disposizione, in affitto, un’abitazione in nero e a un prezzo fuori mercato a stranieri irregolari. Poi all’interno delle case si esercita prostituzione e spaccio di droga. Lo straniero interviene come autore di reato ma in questo caso viene punito il cittadino italiano”.

“Il reato di tratta di esseri umani riguarda quelle fattispecie di traffico di esseri umani che tramuta la persona in oggetto. A mio avviso ci sarebbe anche la possibilita’ di procedere anche nei confronti del reato commesso all’estero, dato che poi e’ comunque un reato destinato a concludersi in Italia”. Lo ha aggiunto il procuratore di Agrigento, Giovanni Di Leo, intervenendo alla convention sui migranti al teatro Pirandello di Agrigento. “Ma noi – ha detto ancora – non abbiamo possibilita’ concrete di investigazioni sulle coste del Mediterraneo. In alcuni casi perche’ non c’e’ uno Stato che esercita giurisdizione. Tentare di tutelare il migrante al di fuori della nostra possibilita’ d’intervento e’ un esercizio teorico: e’ piu’ facile capire cosa accade al migrante che rimane in condizioni di illegalita’ sul territorio nazionale”.

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