“Senza titolo. Senza bandiera. Oltre l’odio” Sculture di Bruno Melappioni in via Vallicaldi
In mostra sei sculture in ferro, bandiere che non esistono, ma ricordano quelle vere: simboli svuotati, feriti, lacerati, che smettono di rappresentare appartenenze e frontiere per diventare denuncia e riflessione universale.
Agrigento ospita fino al 31 agosto “Senza titolo. Senza bandiera. Oltre l’odio” di Bruno Melappioni, a cura di Rossana Danile. L’esposizione, organizzata dall’associazione APS Scaro con il sostegno di Farm Cultural Park e Italian Storytelling Art, Brand & District, si sviluppa lungo via Vallicaldi, nel pieno centro storico.
In mostra sei sculture in ferro, bandiere che non esistono, ma ricordano quelle vere: simboli svuotati, feriti, lacerati, che smettono di rappresentare appartenenze e frontiere per diventare denuncia e riflessione universale.
«Stimolare il dibattito pubblico per il superamento dei confini è l’obiettivo. Le bandiere che ho realizzato sono una denuncia contro il simbolo della bandiera, non contro gli Stati. – Spiega Bruno Melappioni – Per me la bandiera non è amore, ma odio: unisce le persone contro altre persone. Il concetto stesso di nazionalismo e patriottismo contiene sempre quello di nemico. Io lavoro su questo: smontare visivamente un simbolo che divide».
Scultore e artista visivo, Bruno Melappioni ha una lunga esperienza come attrezzista e scenografo nel cinema. Marito della pluripremiata fonica di presa diretta Maricetta Lombardo, ha gestito ad Agrigento la galleria altr’Arte (2009-2011) e ha preso parte a due residenze artistiche con Farm Cultural Parke partecipato a diverse mostre collettive in Sicilia organizzate dal collettivo Italian Storytelling Art, Brand & District. Vive e lavora a Roma, e dal suo studio di San Lorenzo nella Capitale, porta avanti una ricerca che intreccia arte, impegno civile e memoria collettiva.
«Le bandiere di ferro di Melappioni non sventolano: sono lacerate, amputate, ma diventano finestre aperte sul mondo – dichiara la curatrice Rossana Danile – via Vallicaldi, crocevia di degrado e bellezza, si trasforma così in un laboratorio di identità e rinascita emotiva prima checulturale. In questa pluralità di segni e visioni è doveroso ricercare la nuova identità di Girgenti. I miei testi narrativi prendono vita dall’incontro con l’opera d’arte come spazio esistenziale attraverso il quale intercettare la biodiversità emotiva che risuona con l’universale.»
La mostra che vede in dialogo le sculture di Bruno Melappioni, le fotografie di Lillo Rizzo e lo storytelling di Rossana Danile è già visitabile lungo via Vallicaldi, il 21 agosto alle ore 18.30 sarà teatro di una serata speciale con la proiezione del medio metraggio Senza titolo. Oltre l’odio al quale, grazie alla collaborazione della Cooperativa Sociale Quadrifoglio, seguirà il racconto del giovane Lemane Abdul Salam vincitore, nell’ambito del Premio Letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa, del primo concorso Officina del Racconto svoltosi a Santa Margherita di Belice l’1 agosto 2025. Le opere sono visibili tra vicolo Cannameli e discesa Boccerie, e restituiscono nuova vitalità a un’area simbolica del centro storico.