Agrigento

Troppi problemi da risolvere: Consulta reitera richiesta di incontro con vertici Aica

Occorre ricominciare a lavorare ad un programma infrastrutturale serio e prioritario, questo al netto degli appetiti della peggiore politica

Pubblicato 11 minuti fa

La richiesta di un incontro rivolta al presidente Di Bennardo, al C.D.A. di Aica, al direttore Generale, è stata reiterata dal presidente della Consulta di Aica, Alvise Gangarossa, per mettere a fuoco una serie di questioni che meritano attenzione.

Gangarossa che guida una Consulta composta da otto associazioni – Konsumer Italia, Coordinamento Titano, A testa alta aps, Agrigento Punto e a Capo, Centro Studi De Gasperi, Codacons Agrigento, Comitato Civico Cantavenera ed Ethikos aps, afferma: “Il dialogo e il confronto tra organi statutari è un dovere previsto dallo statuto e non può essere subordinato o piegato alle personali simpatie (o antipatie) di chi occupa di volta in volta i vari ruoli. Sottolineato questo aspetto fondamentale, la Consulta ha già richiesto nella precedente comunicazione una serie di chiarimenti ai destinatari della presente e dal momento che condividiamo con la presidente di Aica lo zelo per la verità, la giustizia e la trasparenza, siamo costretti a reiterare le già menzionate richieste del 10 agosto e la richiesta di incontro per la quale ci aspettiamo un celere riscontro.

La spinta propulsiva impressa dalla presidente del C.D.A. Danila Nobile ha sicuramente destato interesse nell’opinione pubblica, come nella Consulta, generando una sorta di polarizzazione tra ammiratori e detrattori del suo protagonismo. La Consulta dal canto suo non appartiene a nessuno dei due schieramenti descritti, ma per il momento si limita ad osservare e a richiedere il rispetto delle regole statutarie sia per quanto riguarda il dovere di trasparenza dell’azienda pubblica, che per il rispetto delle prerogative e dei ruoli che lo statuto assegna a vari organi (il Presidente del C.D.A., il C.D.A., il Direttore Generale, l’Assemblea dei Soci…). Per emettere giudizi sull’operato di questo C.D.A. attendiamo i risultati che esso produrrà. L’accelerazione impressa dalla neo nominata Presidente ha certamente forzato il rispetto rigido dei ruoli statutari, ma, comunque si voglia giustificare queste politiche non si può prescindere dall’osservanza delle regole imposte dallo statuto, dei ruoli dei vari enti che governano il Servizio idrico integrato, i quali vanno ben oltre i poteri e le responsabilità del Presidente del C.D.A.

Questi concetti sono ben chiari in tutte le comunicazioni della Consulta, oltre all’altrettanto chiara visione della responsabilità della politica e dei politici, in Regione, in ATI e tra i Soci, nella condizione di estrema sofferenza del Gestore e del servizio reso ai cittadini. Per questo è fondamentale alzare il livello della discussione al fine di portare il tema del risanamento aziendale e della risoluzione della crisi idrica nei luoghi deputati a farlo, in ATI e in Regione. AICA dal canto suo e nonostante l’amore per la trasparenza del nuovo corso, è ancora inadempiente nella pubblicazione del Bilancio consuntivo del 2024, nella pubblicazione dei bilanci previsionali, nell’elaborazione del piano di risanamento aziendale che va elaborato dal C.D.A., dal Direttore generale e dal Collegio dei Revisori, in relazione agli indirizzi programmatici e normativi dell’assemblea dei Soci, il tutto con la imprescindibile condivisione e approvazione dell’ATI, senza il quale ogni iniziativa economica da parte del Presidente del CDA, o di ogni altro organo, risulta illegittima. Vi sono poi altri elementi di estrema preoccupazione che potrebbero vanificare le speranza di tutti coloro che vedono per AICA una “luce in fondo al tunnel”: le multe comminate da Arera per aver mancato gli obiettivi di qualità del servizio nel biennio 2022/2023, del valore complessivo di circa € 2.700.000 e il grave richiamo fatto dalla Corte dei Conti all’ATI per non aver inviato la documentazione necessaria alla corretta definizione della tariffa. Questa condizione può portare Arera a ridefinire la tariffa del Gestore al ribasso portando il moltiplicatore tariffario “Teta” a 0,9 (oggi è superiore a 1). Le conseguenze sarebbero disastrose per la condizione finanziaria del Gestore e le responsabilità sono in capo ad ATI per non aver trasmesso la documentazione completa o per non aver controllato Aica nella trasmissione di tale documentazione.

Apprezziamo e condividiamo l’attenzione della Presidente alla difesa degli interessi del Gestore, per questo la invitiamo insieme a tutto il C.D.A. ad unirsi alle richieste che la Consulta rivolge da sempre a tutti gli Enti che governano il settore idrico, sui cosiddetti nodi strutturali, senza risolvere i quali si rischia di generare nell’opinione pubblica false speranze, perdere tempo che non abbiamo e ingrossare il danno erariale fin qui generato. Ci riferiamo ai rapporti con il sovrambito  Siciliacque, alla cessione delle reti, delle infrastrutture e delle utenze del Voltano e del Tre Sorgenti, alla cessione del servizio di Palma e Camastra (ogni altra pretesa di questi due comuni è totalmente illegittima), alla cessione delle fonti idriche dei Comuni salvaguardati ex art. 147, per previsione dell’art.144 del dlgs 152/2006 e alla mai avvenuta verifica dei requisiti delle relative salvaguardie. Ricostituita la legittimità delle condizioni richieste dalla norma per ATI e AICA vi è poi da ricominciare a lavorare ad un programma infrastrutturale serio e prioritario, questo al netto degli appetiti della peggiore politica che ancora governa i vertici delle istituzioni (attenzionata dalla procura).

Vi sono in conclusione due temi fondamentali, ma mai adeguatamente affrontati in passato: 1) un piano serio di riorganizzazione aziendale che metta al centro la valorizzazione delle competenze esistenti in AICA, con un sistema che premi il merito (e disincentivi i comportamenti inadeguati). 2) la risoluzione tecnica dei problemi derivanti da un software gestionale per tariffazione, bollette e fatturazioni rivelatosi inadeguato e inefficiente rispetto al precedente. La cosa sarebbe all’origine della mancata erogazione del bonus idrico, inadempienza grave da noi segnalata già nel 2022, con impreviste ricadute sul bilancio dell’azienda e sugli aventi diritto che non l’hanno ricevuto.Torniamo quindi a chiedere di fissare l’incontro già richiesto per contribuire al percorso di risoluzione delle criticità.

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