Villaggio Mosè: dopo l’incendio il sindaco invita i cittadini a tenere le finestre chiuse
Fino al completamento dei lavori di messa in sicurezza dei Vigili del fuoco e del personale addetto
Il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, ha adottato una misura in via precauzionale a tutela della salute pubblica e della sicurezza di tutti dopo lo sviluppo di un incendio verificatosi in Contrada Fegotto. Il primo cittadino avvisa la popolazione residente che, fino al completamento dei lavori dei Vigili del fuoco e del personale addetto, è consigliato tenere chiuse imposte e persiane delle abitazioni per evitare l’esposizione a possibili esalazioni tossiche, causate della presenza di pietre contenenti zolfo nella gabbionata coinvolta.
In mattinata l’associazione Mare amico aveva anticipato: “Al Villaggio Mosè, nella zona di via Sirio, a seguito di un piccolo incendio della sterpaglia, si è innescato un ben più grave incendio di pietrame contenente residui di zolfo, che neanche i Vigili del fuoco stanno riuscendo a spegnare. Una inevitabile e pericolosa nube tossica sulfurea sta colpendo questa popolosa zona, che dovrebbe essere monitorata dall’Arpa. Nelle prossime ore, per spegnere questo pericoloso incendio, si deve provvedere a ricoprire tutto con la sabbia”.
Intanto, le associazioni Agrigento Punto e a capo, Legambiente Rabat, Mareamico Agrigento, Wwf Agrigento manifestano preoccupazioni sull’utilizzo di pietre contenenti zolfo nelle gabbionate. In una nota stampa affermano:
L’incendio e l’avviso del sindaco
L’incendio verificatosi in contrada Fegotto ha portato il sindaco di Agrigento a diffondere un avviso alla popolazione, raccomandando di tenere chiuse imposte e persiane per evitare l’esposizione a possibili esalazioni tossiche, generate dalla combustione di pietre contenenti zolfo presenti nelle gabbionate coinvolte.
Dubbi sulla regolarità del materiale
Sorge il dubbio che l’impiego di pietre ricche di zolfo in tali strutture sia conforme alle norme vigenti, considerando che lo zolfo non può essere considerato materiale inerte. La presenza di tale elemento comporta rischi, soprattutto in caso di incendi, data la sua reattività chimica.
Potenziale provenienza e richieste di approfondimento
La prossimità dell’area coinvolta alle ex miniere di zolfo solleva il sospetto che il materiale impiegato possa avere origine da tali siti, eventualmente a seguito di operazioni estrattive non autorizzate. Pur riconoscendo che le forze dell’ordine e i vigili del fuoco intervenuti hanno svolto con efficacia tutte le azioni necessarie per affrontare l’emergenza e predisporre i passaggi preliminari alla bonifica dell’area e dei manufatti, si ritiene opportuno che le autorità competenti e la magistratura procedano ad ulteriori approfondimenti sulla vicenda, al fine di verificare la regolarità delle procedure di approvvigionamento e utilizzo di tali materiali nelle opere pubbliche.