Ancora “guai” per l’ex collaboratore Tuzzolino, finisce a processo per calunnia
L’ex collaboratore di giustizia agrigentino Giuseppe Tuzzolino, rivelatosi poi un falso pentito, finisce nuovamente a processo con l’accusa di calunnia aggravata
L’ex collaboratore di giustizia agrigentino Giuseppe Tuzzolino, rivelatosi poi un falso pentito, finisce nuovamente a processo con l’accusa di calunnia aggravata. Lo ha disposto il gip del tribunale di Caltanissetta nonostante ben due richieste di archiviazione avanzate dalla procura. La vicenda riguarda la presunta calunnia aggravata, dal fatto che Tuzzolino all’epoca fosse appunto un collaboratore di giustizia, nei confronti degli imprenditori gelesi Luca, finiti a loro volta al centro della maxi inchiesta “Camaleonte”. Tuzzolino aveva parlato degli imprenditori a più riprese anche durante il processo scaturito dal blitz. In passato i Luca segnalarono un tentativo di truffa che sarebbe stato posto in essere da Tuzzolino.
Nelle scorse settimane l’ex collaboratore di giustizia è stato condannato a 4 anni e 10 mesi di reclusione dal tribunale di Palermo proprio per il reato di calunnia nei confronti della direttrice generale della Fondazione Federico II ed ex dirigente regionale Patrizia Monterosso. Lo scorso mese Tuzzolino è stato condannato in via definitiva a quattro anni di reclusione sempre per calunnia nei confronti dell’avvocato Salvatore Pennica, suo ex difensore. In quest’ultimo caso, l’ex collaboratore di giustizia si inventò una storia di presunti brogli commessi dal suo ex legale, accusato falsamente di avere custodito su suo incarico, nel 2013, supporti informatici contenenti rivelazioni “scottanti” su politica, malaffare e corruzione a tutti i livelli.
La lista delle persone accusate da Tuzzolino, prima che si accertasse che si trattava di invenzioni di sana pianta, riempi’ migliaia di pagine di verbali. Tuzzolino nove anni fa fu sottoposto a fermo nell’ambito di un’indagine che ipotizzava una complessa truffa nel rilascio delle licenze edilizie a Palma. In seguito ammise le sue responsabilità e fece consistenti rivelazioni, fino all’improvviso declino con l’arresto nel 2017, a cui ha fatto seguito una condanna definitiva per calunnia e una serie infinita di processi per accuse analoghe.