Agrigento

Annullato il dissequestro del Castello Colonna di Ioppolo (della famiglia Firetto): disposto nuovo processo

La Corte suprema di Cassazione, terza sezione penale (Vito Di Nicola, presidente; Giuseppe Noviello, relatore) ha accolto il ricorso della Procura della Repubblica di Agrigento avverso il dissequestro del Castello Colonna di Joppolo Giancaxio (nelle disponibilità del sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, e del fratello Mirko, entrambi indagati per abusivismo edilizio) disposto nel gennaio scorso […]

Pubblicato 5 anni fa

La Corte
suprema di Cassazione, terza sezione penale (Vito Di Nicola, presidente;
Giuseppe Noviello, relatore) ha accolto il ricorso della Procura della
Repubblica di Agrigento avverso il dissequestro del Castello Colonna di Joppolo
Giancaxio (nelle disponibilità del sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, e
del fratello Mirko, entrambi indagati per abusivismo edilizio) disposto nel
gennaio scorso dal Tribunale del Riesame di Agrigento (presidente Wilma
Mazzara).

La
Cassazione ha disposto, dopo aver elencato una serie di principi a fondamento
della propria decisione, “l’annullamento dell’ordinanza impugnata, con rinvio
alla sezione riesame del Tribunale di Agrigento per nuovo esame da svolgere
alla luce dei principi indicati”.

Quindi
ci sarà un nuovo giudizio che stabilirà se mantenere sotto sequestro la
struttura, che è stata adibita come sede per matrimoni, o meno.

La
vicenda è nata nel dicembre dello scorso anno quando il Gip del Tribunale di
Agrigento, Francesco Provenzano – su richiesta del procuratore aggiunto
Salvatore Vella e del sostituto Antonella Pandolfi – firmò il sequestro del
Castello Colonna di Joppolo Giancaxio, misura che venne eseguito dai
carabinieri della locale stazione unitamente ad agenti della Polizia
Giudiziaria.

Alla
base del sequestro l’accusa di avere realizzato opere non conformi alla
normativa urbanistica ed edilizia con conseguente pregiudizio per un bene  dichiarato, con apposito decreto
assessoriale, di interesse storico e culturale.

La
notizia del sequestro, nell’arco di soli cinque giorni, comportò una pioggia di
disdette di banchetti nuziali prenotati per tutto il 2019, con notevoli danni
economici e disagi per tutti coloro i quali a pochi giorni dalla nozze hanno
dovuto rinunciare all’elegante struttura e riparare su altre.

Adesso,
la decisione della Suprema Corte che è del 4 giugno scorso ma depositato una
settimana fa.

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