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Blitz antidroga “Lulù”, undici misure cautelari: c’è anche il canicattinese Diego Milazzo

I carabinieri di Caltanissetta, con quelli di Cantù (Co), di Canicattì e di un’unita’ antidroga del Nucleo cinofili di Palermo, hanno eseguito 11 ordinanze (custodia cautelare in carcere, arresti domiciliari obbligo di dimora nel Comune di residenza), disposti nei confronti di 11 indagati accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze […]

Pubblicato 5 anni fa

I carabinieri di Caltanissetta, con quelli di Cantù (Co), di Canicattì e di un’unita’ antidroga del Nucleo cinofili di Palermo, hanno eseguito 11 ordinanze (custodia cautelare in carcere, arresti domiciliari obbligo di dimora nel Comune di residenza), disposti nei confronti di 11 indagati accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e concorso in associazione per delinquere finalizzata allo spaccio.

In
carcere sono finiti Michele Cordaro, 28 anni, Salvatore Ferrara 52 anni; Elia
Guttadauria. 27 anni, Giovanni Riggi 23 anni, tutti di San Cataldo, Diego Milazzo
36 anni di Canicattì..

Sono
finiti ai domiciliari Giuseppe Torregrossa, 30 anni, Alexandru Andrei, rumeno
di 25 anni e Carlo Ristagno, 37 anni, di San Cataldo.

Obbligo
di dimora per Filippo Vullo,43 anni, di San Cataldo, Adii Benambar, 22 anni, e
Giuseppe Carletta, 22 anni, sancataldese.

L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip nisseno, è frutto di un’indagine condotta dai carabinieri su una banda di pusher a San Cataldo. A capo dell’associazione ci sarebbe stato Michele Cordaro che ha collegamenti con la mafia dato che il padre, è stato già condannato per tale reato.

Le indagini stono state avviate nel 2016 e dopo circa un anno hanno consentito di disarticolare una vera e propria consorteria criminale operante sul territorio di San Cataldo e dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti. La droga, cocaina e hashish, veniva prima comprata a Canicattì per poi essere venduta presso la casa di uno degli indagati e all’interno di una sala giochi all’insaputa del proprietario. Attività dispaccio che è stata monito rata tramite delle microcamere posizionate dagli investigatori. Numerosi gli episodi filmati dalle forze dell’ordine. Le attività d’intercettazione, oltre ad  accertare il vincolo  associativo  tra  i diversi  componenti del sodalizio  criminale,  hanno consentito  di appurare  le  responsabilità  di Michele  Cordaro, figlio  di Antonio, quest’ultimo condannato per mafia, come organizzatore e promotore dell’intera rete criminale.

Il tutto
è stato infatti reso possibile dalla condizione del vincolo associativo di tipo
mafioso in cui il Cordaro risulta tutt’ora coinvolto. Cordaro, che aveva sul groppone
due accuse di tentata estorsione. avrebbe anche minacciato, come emerso dalle
indagini, due acquirenti che non gli pagavano la droga.

Altra figura di rilievo per i carabinieri è quella di Diego Milazzo canicattinese, commerciante di auto.

L’uomo, difeso dall’avvocato Giuseppe Riso, verrà interrogato domattina dal GIP del tribunale di Caltanissetta.

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