Un presunto progetto omicidiario che, a parole, sembra spietato e senza possibilità d’appello.
Quello dell’imprenditore Paolo Cavataio, ricco commerciante (settore ittico) di Sciacca finito nel mirino del duo Accursio Dimino e Antonello Nicosia. Progetto la cui portata viene sminuita dalla madre di Nicosia intervistata da Le Iene in un lungo servizio che ha provato a far luce sull’oscuro episodio.
Ed anche i figli di Cavataio, Luca e Baldo, più volte citati dai due uomini arrestati per mafia, danno un peso non eccessivo alle parole che preannunciavano il delitto
Il presunto progetto di omicidio dell’imprenditore Paolo Cavataio e l’estorsione commessa in suo danno
Il 29 gennaio 2018 è stata intercettata una conversazione fra Accursio Dimino e Antonino Nicosia nel corso della quale i due, sentendosi al sicuro da eventuali captazioni perché all’interno dell’automobile noleggiata qualche giorno prima, progettavano la commissione di un omicidio in danno di “Cavataio, un’altra cosa inutile”, imprenditore saccense (Accursio: “è il più ricco di Sciacca”), con interessi economici anche nel Nord Africa, e due figli uno dei quali “grande, grosso, scimunito” e un altro, “Luca, quello che ha l’albergo”, al contrario accondiscendente ed “educato”, tanto da essersi reso disponibile a ospitare gratuitamente nel proprio albergo Nicosia e suoi amici (Nicosia: “l’altro giorno gli ho detto quanto ti devo pagare questa camera? Che mi domandi prezzo a me? Quanto la vuoi pagare la paghi … che minchia dici gli ho detto … che fai scherzi? Mi ha detto non ce n’è problema … io avevo ospiti … mi ha detto quello che ti serve ti pigli e poi si vede”).

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