Agrigento

Braccianti agricoli sfruttati nell’agrigentino: 6 condanne in Appello

Confermate tutte le condanne anche in secondo grado

Pubblicato 4 anni fa

La seconda sezione della Corte di Assiste di Palermo ha confermato tutte le condanne nell’ambito del processo di secondo grado scaturito dall’inchiesta “Ponos”, condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento nel 2019, che ha fatto luce sul fenomeno del caporalato nell’agrigentino. Accolta totalmente la richiesta della Procura Generale di Palermo. 

I giudici hanno disposto la condanna nei confronti di Vera Cicakova, 60 anni e la figlia Veronica Cicakova (condannate rispettivamente a 7 anni e 10 mesi e 7 anni e 4 mesi); Giovanni Gurrisi, 42 anni di Agrigento (condannato a tre anni); Emiliano Lombardino, 42 anni di Agrigento (condannato a due anni e quattro mesi); Neculai Stan, 63 anni (condannato a tre anni). Nell’inchiesta erano coinvolti anche Rosario Ninfosì, 52 anni di Palma di Montechiaro (che ha patteggiato la pena) e Vasile Mihu di 43 anni che ha scelto invece la via del processo con rito ordinario. 

L’inchiesta in un primo momento era stata coordinata dalla Procura di Agrigento con il pm Gloria Andreoli e poi passata per competenza alla Procura Distrettuale. Le investigazioni, svolte con numerosissimi servizi di pedinamento e con un complesso sistema di intercettazione e di riprese video, hanno svelato l’esistenza di una complessa organizzazione che sfruttava senza scrupoli manodopera extracomunitaria per lavori agricoli di vario tipo su tutto il territorio agrigentino e anche oltre. Un fenomeno di caporalato, insomma articolato e con una solida struttura verticistica, che vedeva, come capi promotori cd organizzatori, due donne di origine slovacca, madre e figlia.

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