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Combattimento tra cani a Canicattì, 25 denunce: sequestrati quasi 6mila euro

La polizia ha interrotto un combattimento tra cani con annesse scommesse clandestine a Canicattì

Pubblicato 3 anni fa

Di Giuseppe Castaldo e Irene Milisenda

Un combattimento tra pitbull con annesso giro di scommesse clandestine è stato sgominato nella serata di sabato a Canicattì dagli agenti del locale commissariato agli ordini del dirigente Francesco Sammartino. 

Il bilancio dell’operazione, denominata “Dog Fight”, è di 25 denunce oltre al sequestro di 5.800 euro in contanti ritenuto il provento della raccolta delle scommesse. Il blitz è scattato fulmineo, non consentendo a chiunque alcuna possibilità di fuga, in un’area di contrada Graziano. A supporto dei poliziotti anche un elicottero della polizia, il reparto Volo di Palermo, che ha filmato non soltanto il momento dell’irruzione ma anche uno dei combattimenti fra pit-bull.

Abbiamo dimostrato alla criminalità organizzata che lo Stato è presente”, dichiara a margine della conferenza stampa il dirigente Francesco Sammartino, capo del Commissariato di Canicattì. I miei uomini hanno monitorato ogni movimento, sono poliziotti con la P maiuscola che hanno rischiato grosso, ma che non si sono tirati indietro nel fare l’irruzione”. 

L’organizzatore dei combattimenti, che vedeva impegnati ben sei pitbull, è un uomo originario di Canicattì. Tra gli indagati, oltre due minorenni, ci sono anche persone provenienti da Barletta, Trani, Palermo e Catania. Tutti sono stati fermati sabato sera. Sequestrati anche 5.800 euro, tutti a banconote di 50 euro, il prezzo della scommessa minima. Trovati anche farmaci e siringhe, e le cartucce di una pistola semiautomatica.

 “Quando abbiamo bloccato le 25 persone, due delle quali minorenni, i cani continuavano a lottare fra di loro e non e’ stato semplice riuscire a staccarliha spiegato, durante la conferenza stampa tenuta in Questura, il commissario capo Francesco Sammartino . Uno dei due cani era gravemente ferito. Erano previsti tre incontri e non potevamo permettere che questi cani si facessero ancora del male o morissero”.

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