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Coronavirus,tuonano (quasi) tutti i sindaci dell’agrigentino: “Preoccupati per gestione dell’emergenza”

“La macchina dell’emergenza considerata dall’ASP di Agrigento a tutt’oggi ci preoccupa ed appare assolutamente inadeguata rispetto a bisogni emergenti risultando in forte ritardo rispetto alle necessità incombenti e reali.” Dura presa di posizione di ben trentacinque sindaci (su 42) della provincia di Agrigento che, “armati” di carta e penna, tornano alla carica scrivendo una nuova lettera […]

Pubblicato 4 anni fa

“La macchina dell’emergenza considerata dall’ASP di Agrigento a tutt’oggi ci preoccupa ed appare assolutamente inadeguata rispetto a bisogni emergenti risultando in forte ritardo rispetto alle necessità incombenti e reali.” Dura presa di posizione di ben trentacinque sindaci (su 42) della provincia di Agrigento che, “armati” di carta e penna, tornano alla carica scrivendo una nuova lettera indirizzata al Presidente della Regione, all’Assessorato della Salute, all’Asp di Agrigento e ad Anci Sicilia, manifestando più di una preoccupazione sulla gestione dell’emergenza in tema di Coronavirus nella nostra provincia.

Una nuova lettera, firmata da 35 sindaci dell’agrigentino che si dicono “preccupati”, con cui si chiedono a gran voce alcune spiegazioni in merito alla macchina organizzativa della gestione dell’emergenza che, è questo quello che scrivono, “appare assolutamente inadeguata rispetto a bisogni emergenti risultando in forte ritardo rispetto alle necessità incombenti e reali.” 

Negli scorsi giorni, più o meno gli stessi primi cittadini che oggi firmano una nuova lettera avevano interrogato l’Asp in materia di tamponi chiedendo quali fossero le linee da seguire in virtù dell’ordinanza del presidente della Regione Sicilia che ha imposto l’obbligo di effettuare i tamponi a tutte le persone rientrate sull’isola dal 14 marzo in poi. In tal senso una prima risposta è stata data con l’autorizzazione del presidente Musumeci di ulteriori 12 laboratori (20 in totale sull’isola) che andranno ad analizzare i tamponi pervenuti, con lo scopo ovviamente di accelerare il percorso, e tra questi è stato inserito anche l’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.

Adesso quasi tutti i sindaci dell’agrigentino chiedono ai vertici sanitari e governativi della provincia di Agrigento il motivo per il quale ancora oggi la provincia di Agrigento si trovi sprovvista di un Covid-Hospital, un presidio ospedaliero che si occupi esclusivamente di Coronavirus:Ci si chiede come mai nessuno dei presidi ospedalieri presenti sull’intero territorio provinciale, che conta circa mezzo milione di persone, sia stato convertito a presidio Covid al pari delle altre ASP e come annunciato da proclami e mass media” scrivono i sindaci. E il riferimento è chiaro e palese a quanto avvenuto lo scorso 14 marzo con l’annuncio  della creazione del primo Covid-Hospital nell’agrigentino e, in particolare, individuando l’ospedale “Parlapiano” di Ribera. 

Questo il testo integrale della lettera inviata e sottoscritta da ben 35 sindaci della provincia di Agrigento (Cattolica Eraclea, Raffadali, Canicattì, Menfi, Siculiana, Santo Stefano Quisquina, Grotte, Montallegro, Lucca Sicula, Sambuca Di Sicilia, Campobello Di Licata, Santa Elisabetta, Porto Empedocle, Burgio, Cianciana, Villafranca Sicula, Calamonaci, Realmonte, Santa Margherita di Belice,  Ribera, Alessandria della Rocca, Sant’Angelo Muxaro,Palma Di Montechiaro, Joppolo Giancaxio, Racalmuto,San Giovanni Gemini, Cammarata, Aragona, Naro , Favara, Montevago, Sciacca, Bivona, Comitini, Ravanusa). Fuori da questo elenco rimangono i comuni di Agrigento, Casteltermini, Castrofilippo, Lampedusa, Licata, San Biagio Platani e Camastra (questi ultimi due in amministrazione controllata perché sciolti per mafia).

Illustrissimo Sig. Prefetto ed Autorità, premesso che in altre Regioni d’Italia il dilagare del contagio Covid-19 ha messo in ginocchio realtà sanitarie d’eccellenza, considerato che recentemente l’Assessore alla Salute, Dott. Ruggero Razza ha stimato per la nostra Regione un numero di casi compreso tra i 4500 e i 7000 e che di questi, secondo i maggiori riferimenti scientifici, circa il 10% necessiterà di cure ospedaliere in ambiente intensivo e sub intensivo, è indispensabile utilizzare quel poco di vantaggio temporale e ridurre al massimo la diffusione, consapevoli che in caso di propagazione della malattia, la nostra ASP di Agrigento non potrà mai garantire un’adeguata risposta. Infatti, su una popolazione di 500.000 abitanti, per fare fronte all’emergenza l’ASP dovrebbe dotarsi di almeno 30 posti letto in terapia intensiva e di almeno 250 posti letto in terapia sub intensiva. Ad oggi, nessun presidio Covid19 è stato completato e ciò rischia di esporre sia gli operatori in servizio a non contenere la diffusione, velocizzandone i contagi sia l’intera popolazione del territorio provinciale. La macchina dell’emergenza considerata dall’ASP di Agrigento a tutt’oggi, ci preoccupa ed appare assolutamente inadeguata rispetto a bisogni emergenti risultando in forte ritardo rispetto alle necessità incombenti e reali. Ci si chiede come mai nessuno dei presidi ospedalieri presenti sull’intero territorio provinciale sia stato convertito a presidio Covid al pari delle altre ASP e come annunciato da proclami e mass media. Le strutture esistenti infatti, potrebbero avere caratteristiche tali da poterci permettere un aumento delle terapie intensive in breve tempo e in maniera più autonoma possibile e creare percorsi esclusivi per i pazienti Covid. Perché se ciò è stato fatto per presidi ospedalieri di assoluto rilievo tipo Ospedale “Cervello”, Ospedale di Partinico etc, non può essere effettuato in qualche nostro presidio nonostante sia trascorso più di un mese dall’inizio dell’emergenza? Presumendo che l’emergenza durerà alcuni mesi quali sono le azioni pianificate dall’ASP di Agrigento per fare fronte alla prossima, possibile ondata epidemiologica?  Nell’attesa di conoscere quanto sopra, ritenendo di avere diritto alla massima trasparenza su quanto l’ASP ha fatto e farà nei prossimi mesi, chiediamo: di conoscere il numero di posti letto in terapia intensiva e sub intensiva destinati al Covid19 ad oggi realmente in funzione e qual’é l’eventuale programmazione;  che venga urgentemente riconvertito a presidio Covid19, al fine di creare un percorso unico dei malati di Covid19 rispetto alle altre patologie ricorrenti, un presidio ospedaliero del territorio provinciale;  che venga fatta un’indagine epidemiologica sui casi positivi e se sono stati sottoposti a tampone rino-faringeo i familiari e i contatti stretti di detti casi;  di conoscere il numero di test che sono stati fatti e se sono stati individuati dei laboratori adeguatamente attrezzati ad eseguire i tamponi;  se sono stati effettuati i tamponi a tutto il personale sanitario, ai medici di famiglia, al personale del 118, delle case di riposo, di cura etc.;  se il personale sanitario è stato fornito dei dispositivi di protezione individuali (secondo le indicazioni del rapporto ISS Covid-19 n 2/2020) e in quali quantità; Riteniamo di esprimere forte preoccupazione per quanto sta accadendo e senza voler alimentare polemiche auspichiamo che la direzione strategica dell’ASP, in tempi stringenti, senza ulteriori indugi, prenda le adeguate iniziative affinché si possa contrastare in maniera efficace le necessità incombenti, coerentemente con l’impegno che i Sindaci della Provincia stanno dimostrando.”

Sindaci agrigentino

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