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Corruzione, la mazzetta di 25 mila euro al dirigente e i lavori nella sua tenuta di campagna 

L’impresa - secondo la procura di Agrigento - per ripagare il dirigente comunale avrebbe non soltanto dato 25 mila euro in contanti ma effettuato anche dei lavori nella sua casa di campagna

Pubblicato 25 minuti fa

Riuscire a pilotare gli appalti pubblici, sfruttando conoscenze con la politica e soprattutto il ruolo dirigenziali in diversi comuni della provincia, in cambio di soldi ma anche di quelle che vengono definite “utilità”. Come, ad esempio, far eseguire lavori privati nella propria tenuta di campagna alla ditta che poi vincerà le gare di appalto. È quanto contestato dalla procura di Agrigento – nell’inchiesta coordinata dal procuratore capo Giovanni Di Leo e dal sostituto procuratore Rita Barbieri – al super dirigente Sebastiano Alesci, 67 anni, finito ieri sera ai domiciliari. 

Nello specifico, tra le varie ipotesi di reato, ad Alesci viene contestato un altro episodio di corruzione in concorso con gli imprenditori Diego e Federica Caramazza: il primo è finito in carcere, la sorella ai domiciliari. In particolare – è questo l’atto di accusa della procura di Agrigento – il dirigente “asserviva le sue funzioni e le sue conoscenze all’interno delle pubbliche amministrazioni nonché i suoi personali rapporti con esponenti politici” agli interessi del gruppo imprenditoriale favarese. L’impresa, dunque, riusciva ad ottenere gli appalti pubblici in cambio – in questo caso – di una tangente di almeno 25 mila euro e nello svolgimento di lavori edili e di movimento terra nella tenuta di campagna del dirigente nei pressi di Naro.  

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