Agrigento

Direttore Poste infedele: chiesta condanna a 7 anni e mezzo di carcere

Vincenzo Di Rosa è accusato di avere sottratto circa 160 mila euro ai clienti.

Pubblicato 2 anni fa

Sette anni e mezzo di reclusione sono stati chiesti per l’ex direttore dell’ufficio postale di Castrofilippo, Vincenzo Di Rosa, 60 anni, accusato di avere sottratto circa 160mila euro ai clienti. dal pubblico ministero Gloria Andreoli a conclusione della requisitoria del processo che si celebra davanti al Tribunale di Agrigento (collegio presieduto da Wilma Angela Mazzara) 

Secondo l’accusa si sarebbe appropriato di denaro prelevandolo dai libretti postali di alcuni clienti causando un danno di circa 220 mila euro.

Di Rosa è accusato di truffa aggravata e continuata e peculato a conclusione delle indagini dei carabinieri dopo la segnalazione degli uffici che avevano sospeso dall’incarico Vincenzo Di Rosa: spariti 51 mila euro dal bancomat e 180 mila euro dai conti di diversi clienti.

A Vincenzo Di Rosa è stato in passato notificato un decreto con il quale il Tribunale ha disposto il sequestro preventivo, in funzione di successiva confisca, delle somme di denaro depositate in conti correnti intestati o cointestati al reo, nonché di eventuali investimenti in titoli, obbligazioni o altre forme d’investimento, sino al raggiungimento della somma di euro 200 mila a copertura delle somme da restituire.

Nel marzo del 2015, ad esempio, avrebbe chiesto a un anziano la consegna del libretto col pretesto di calcolare gli interessi: in realtà, sostiene l’accusa, ne avrebbe approfittato per prelevare 50 mila euro e incassare la polizza vita collegata al titolo finanziario a insaputa del titolare.

E poi ancora, qualche mese prima, avrebbe truffato un’anziana vedova che voleva rimodulare tre libretti, cointestati col marito appena morto, intestandoli anche alle figlie. Di Rosa, invece, sempre secondo la Procura, avrebbe incassato alcuni buoni collegati ai titoli facendo sparire 17 mila euro. In altre circostanze il meccanismo sarebbe stato simile.

Nella lista delle accuse anche il caso di un’anziana che temeva di andare alla posta a prelevare la pensione, perché in passato era stata rapinata: con lei avrebbe sperimentato un trucco diverso offrendosi di portarle i soldi i casa. Solo che, sostiene l’accusa, nel frattempo avrebbe fatto anche diversi prelievi a sua insaputa, facendo sparire circa 31 mila euro dal deposito.

Conclusa la requisitoria, i giudici hanno aggiornato l’udienza al 28 giugno per l’intervento conclusivo del difensore dell’imputato, l’avvocato Alfonso Neri.

Il cinquantaseienne è stato anche licenziato dalla società per cui lavorava, provvedimento contro il quale ha fatto ricorso.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *