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Droga dal Belgio a Favara: ecco come nasce l’inchiesta “Up&Down”

Nuova udienza del processo scaturito dall’inchiesta denominata “Up&Down”, eseguita dai carabinieri la vigilia di Natale del 2014, che ipotizza una vasta rete di trafficanti di droga che dal Belgio facevano giungere lo stupefacente direttamente a Favara per rifornire le piazze di spaccio agrigentine.  Questa mattina è comparso sul banco dei testimoni un maresciallo in servizio […]

Pubblicato 4 anni fa

Nuova udienza del processo scaturito dall’inchiesta denominata “Up&Down”, eseguita dai carabinieri la vigilia di Natale del 2014, che ipotizza una vasta rete di trafficanti di droga che dal Belgio facevano giungere lo stupefacente direttamente a Favara per rifornire le piazze di spaccio agrigentine. 

Questa mattina è comparso sul banco dei testimoni un maresciallo in servizio alla Compagnia di Agrigento che, all’epoca dei fatti, ha svolto un ruolo di primo piano nell’attività investigativa. E sono tante le circostanze che il carabiniere rivela durante la deposizione. Innanzitutto l’origine dell’inchiesta che, se in un primo momento era coordinata dalla Procura di Agrigento, approda successivamente sul tavolo della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo: “L’attività di indagine nasce con l’arresto di un pusher trovato con 50g di cocaina a Favara. Dal suo cellulare troviamo diversi contatti che ci indirizzano su alcuni soggetti – racconta il maresciallo – e da quel momento intercettiamo i protagonisti della vicenda.”

Il maresciallo ha anche raccontato i vari passaggi dell’indagine caratterizzata da attività tecnica di intercettazioni ma anche il più antico metodo del pedinamento: “Proprio in una di queste attività – spiega il maresciallo – siamo riusciti a vedere in diretta la consegna di un carico di hashish (sequestrato dopo due giorni).”

Interessante, infine , la circostanza raccontata dal militare dell’Arma in cui – in un viaggio a Rosarno per l’approvvigionamento di stupefacente – emergono le figura di Giuseppe Quaranta, nuovo pentito della mafia agrigentina, e Giuseppe Blando (assolto nel recente processo antimafia Montagna). Il processo si celebra davanti la prima sezione penale del Tribunale di Agrigento. L’accusa è sostenuta in aula dal pm della Dda Bettiol. 

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