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Furto di acqua pubblica, indagati imprenditori agrigentini: anche figlio del boss

Tra gli indagati, principalmente di Licata, Palma e Canicattì, spicca anche il figlio dell'ex capo di Cosa Nostra Ferro

Pubblicato 4 anni fa

Imprenditori agricoli, prevalentemente di Licata, Palma di Montechiaro e Canicatti’ si sono trasformati in ingegneri idraulici e imprenditori edili creando una rete parallela alla condotta idrica Gela-Aragona, gestita da Siciliacque, per riempire gli invasi artificiali senza pagare un solo euro.

E avrebbero anche attuato diverse tecniche per eludere ogni responsabilita’ durante i controlli di Polizia. Sono gli esiti dell’operazione “H2O” dei poliziotti del commissariato di Polizia di Gela, coordinati dalla Procura di Gela diretta da Fernando Asaro. Sono 26 gli indagati raggiunti da ordinanza emessa dal gip di Gela Marica Marino su richiesta del sostituto procuratore Luigi Lo Valvo. Tra le misure interdittive emesse dal gip ad imprenditori e collaboratori c’e’ anche quella di divieto di accesso alle aziende agricole, oltre al divieto di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria.

Le indagini

L’indagine inizia alla fine del 2019 dopo le diverse denunce presentate da Siciliacque per i continui furti con conseguenze al Comune di Licata. Tra gli indagati spunta il nome di Calogero Ferro, di Canicatti’. L’uomo ha precedenti per mafia.

“Durante le indagini – ha detto il procuratore Fernando Asaro – e’ emerso che nel mese di marzo dello scorso anno la societa’ Siciliacque ha immesso in rete 75 litri al secondo di acqua dal nodo Gela lungo la condotta e presso il serbatoio Safarello ne sono arrivati solo due creando disagi alla distribuzione idrica a Licata”. “Ma i furti non sono finiti – ha detto il sostituto procuratore Luigi Lo Valvo – stamattina sorvolando la zona ci siamo accorti che ce ne sono altri”.

Il mega furto d’acqua sarebbe avvenuto in una zona di campagna tortuosa, al confine tra le province di Caltanissetta ed Agrigento. Siciliacque ha creato delle squadre tecniche per la ricerca degli allacci abusivi “e un dipendente – ha raccontato il dirigente del commissariato di Gela, Filippo Puzzo – e’ stato pesante minacciato”. I 26 indagati sono accusati, a vario titolo, di furto aggravato d’acqua potabile con l’aggravante di aver commesso il fatto su beni destinati a pubblico servizio e utilità’. (AGI)

Plauso da Siciliacque

“L’inchiesta coordinata dalla Procura di Gela, che ha ricostruito una serie di furti d’acqua avvenuti lungo la condotta Gela-Aragona, e’ un segnale importante per il territorio in un momento in cui l’intera regione e’ alle prese con una pesante crisi idrica dovuta alla siccita’”. E’ quanto afferma Siciliacque, che esprime “apprezzamento per l’attivita’ svolta da magistratura e polizia” nell’ambito dell’operazione H20. “Ringraziamo il procuratore di Gela, il questore di Caltanissetta e tutti i poliziotti che hanno partecipato alle indagini – sottolineano i vertici di Siciliacque, societa’ che gestisce l’acquedotto Gela-Aragona – perche’ ci consentono di proseguire nel nostro lavoro con maggiore serenita’”. “Le riunioni con i prefetti di Caltanissetta e Agrigento, e le attivita’ di ricerca degli allacci abusivi lungo tutta la condotta idrica, eseguiti dai nostri tecnici anche con la vigilanza delle forze di polizia – conclude Siciliacque – hanno permesso d’individuare i diversi punti in cui veniva rubata l’acqua e conseguentemente di ridurre sensibilmente gli ammanchi”.

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